Avremmo dovuto incontrarci esattamente un anno fa a Lugano, ma Mike Stern al festival jazz della città ticinese non era proprio riuscito ad arrivarci. Qualche giorno prima un grave infortunio lo aveva costretto in ospedale e una frattura al braccio aveva richiesto un intervento chirurgico. Nei mesi seguenti Stern si era sottoposto alle necessarie sedute di riabilitazione, poi erano subentrate delle complicazioni. Quest'anno però il chitarrista americano si è ripresentato sul palco di Estival Jazz: dopo il sound check pomeridiano ha accettato di raccontare ad Axe la sua esperienza, vissuta con una tenacia e una grinta da combattente. La tournée estiva 2017 prelude all'uscita del suo diciassettesimo album, Trip. Di cose da raccontare, insomma, ce n'erano molte. Stern, con il suo solito entusiasmo e un encomiabile approccio positivo ed umano, ci ha spiegato la sua situazione attuale: complicata, in progress, ma anche piena di belle novità.
«Cominciamo dall'inizio: ho avuto un incidente... Stavo camminando per strada, a New York. C'era uno scavo per lavori in corso, un impiccio che non doveva essere lì» racconta Mike Stern, affrontando di petto la questione. «Non lo si vedeva se non ci si faceva attenzione. Avevo appena attraversato la strada per prendere un taxi. Era il 3 luglio e non ce n'erano in giro [è la vigilia del Giorno dell’Indipendenza, festa nazionale americana, Nda], quindi mi guardavo attorno, cercandone uno. Così ho inciampato. Non sono caduto subito, ma ho iniziato ad accelerare a piccoli passi; sai, come si fa per recuperare l'equilibrio, e poi sono caduto. Ho preso una brutta botta. In un primo momento sembrava soltanto una lussazione. Ho preso un taxi e sono andato con mia moglie all'ospedale, dove hanno constatato che era una frattura scomposta in quattro punti, insomma una brutta cosa. Il braccio sinistro invece era a posto. Mi hanno sottoposto a un intervento chirurgico e mi hanno lasciato uscire la notte stessa; le mie mani erano perfette. Sfortunatamente non mi hanno detto che...