Chitarrista di razza, stimato dai colleghi più raffinati e oggetto di una sorta di culto carbonaro che rende i suoi concerti eventi ricercatissimi dai più “scafati” gourmet della seicorde, Ruggero Robin, padovano classe ’62, ha sempre respirato musica d’alta scuola, costruendo negli anni uno stile a cavallo tra jazz-rock e progressive. Dall’esordio precocissimo nel 1975 con il gruppo progressive rock Il Museo delle Cere e l’esperienza hard rock con la Serena Rock Band [dal nome del cantante e fondatore Franco Maria Serena] nell’84, Ruggero ha calcato i primi grandi palchi con Le Orme nel 1988 e gli Area 2 nel 1989. Forgiatosi nel sacro fuoco dell’esperienza live, ha suonato e lasciato il segno anche in studio, nelle produzioni italiane più blasonate (Andrea Bocelli e Zucchero tra i tanti). Autore raffinato di canzoni (ha scritto per I Nomadi e per Riccardo Fogli), ha sempre portato avanti con convinzione i suoi progetti strumentali, perseguendo l’eccellenza e facendosi apprezzare sulla scena internazionale. Nel 1993 realizza il disco acustico Guitar Atmosphere (Pentaflowers Jazz). Nel 1994 la vittoria di un contest lo catapulta al G.I.T. (Guitar Institute of Technology) di Hollywood, dove non si lascia sfuggire l’occasione per registrare Big One (Prestige Jazz), valendosi della collaborazione di grandissimi musicisti quali Alex Acuña e Marc Quiñones. Seguono Viceversa (Prestige Jazz) nel 1997 e l’album digitale Everyday Magic (Pulsar) nel 2003. Il lavoro d’avanguardia Ospitalità generosa (2016, Alessa Records), in trio con Per Mathisen al basso e Gergo Borlai alla batteria, porta Ruggero Robin in tour per l’Europa. Al ritorno si applica al progetto Lo-Fi (2018, Pulsar), ancora in trio (Nicola Sorato al basso e Nicola Robin alla batteria), in cui dà piena espressione, in direzioni ancora nuove, a quello stile esuberante e coltissimo che negli anni gli ha permesso di incrociare i migliori musicisti italiani e internazionali in centinaia di concerti, guadagnandosi un rispetto inossidabile. Per completare il quadro ci sono la partecipazione al disco Guitar for Freedom II - In Remembrance Of The Fallen (2003, Rock Empire Music), con grandi star della chitarra (Steve Lukather, Jimmy Page, Andy Summers e molti altri) e l’annunciata edizione di Live at Fornace 1996 (Pulsar Jazz). Abbiamo incontrato Ruggero Robin a Vigodarzere (PD), rilassato e in vena di raccontarsi ai lettori di Axe Guitar Magazine tra il sound-check e le quasi due ore di concerto, in cui con il suo trio (Nicola Sorato e per l’occasione il fantastico Eric Cisbani alle pelli) ha proposto molto del suo repertorio...
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- Scritto da Fabrizio
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