A tre anni dal disco precedente, il nuovo Blue Lightning (Mascot) di Yngwie Malmsteen è un potente omaggio a brani e musicisti che fanno parte della sua formazione di chitarrista, ripetendo su un fronte più “bluesy” l'esperienza di Inspiration (1996). Se lì le fonti dell'ispirazione erano principalmente Jimi Hendrix e Ritchie Blackmore, in Blue Lightning ci troviamo di fronte a tracce tratte dal repertorio, ancora, di Hendrix (Foxey Lady, Purple Haze) e Deep Purple (Demon’s Eye, Smoke On The Water), e anche Beatles (While My Guitar Gently Weeps), ZZ Top (Blue Jean Blues), Rolling Stones (Paint Black) ed Eric Clapton (Forever Man). Quattro gli originali firmati da Yngwie: 1911 Strut, Sun’s Up Top’s Down, Peace, Please e la title track, che, insieme alla copertina a base di lampi, mi ha in qualche modo riportato alla memoria il disco postumo di Hendrix Midnight Lightning (1975, Reprise; le parti di chitarra furono “finite” da Jeff Mironov e Lance Quinn). Nelle edizioni in vinile e CD Deluxe sono presenti due bonus: Little Miss Lover (Hendrix) e Jumping Jack Flash (Rolling Stones). Malmsteen ha fatto quasi tutto da sé e, se la sua prestazione vocale non è forse ottimale, intenzione, tocco e suono della Stratocaster nel disco sono magistrali. La chiave interpretativa di tutto l'album è ovviamente, assolutamente malmsteeniana, fino in fondo e con tutti i pregi e gli eccessi per i quali lo svedese è noto. Il rock blues tra le sue dita diventa certamente qualcos’altro, una magica mistura euro-afro-americana; ma non può essere diversamente quando un genere passa per l'interpretazione, non di un manierista, ma di un grande insuperato strumentista...
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- Scritto da Fabrizio
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