Eccoci qui a parlare con Luca Princiotta del suo secondo album solista Rough Blue (Metalville Records) e della sua poliedrica attività musicale, caratterizzata per la maggior parte dalla pluriannuale collaborazione con un’autentica icona del metal internazionale...
Come da tradizione al debutto sulle pagine della rivista, a te l’onore di presentarti agli axisti... Sono principalmente conosciuto come il chitarrista dell’iconica cantante tedesca Doro Pesch. Il mio percorso musicale ebbe inizio all’età di 10 anni, quando costrinsi i miei a comprarmi una chitarra classica. Fu amore a prima vista. Iniziai subito ad andare a lezioni in una scuola di musica di Lugano, in Svizzera, e poco dopo passai alla chitarra elettrica. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno assecondato la mia passione e mi hanno sempre supportato nel mio percorso artistico. Ho fondato il primo gruppo insieme a mio fratello Tony Princiotta [Antonio, validissimo chitarrista e fratello maggiore di Luca; nda] e ci siamo fatti conoscere nella provincia di Como suonando ovunque. Ho continuato gli studi in diverse scuole di musica per approfondire la conoscenza dello strumento e dell’armonia, fino ad arrivare al diploma all’accademia CPM, conseguito sotto la guida del grande Tony De Gruttola [vedi Axe n.195, un campione di visite!].
Parlaci della tua prima esperienza professionale. Come accennato, la primissima esperienza è stata proprio con mio fratello, nei Deathector. Anche se molto giovani, eravamo determinatissimi a raggiungere i nostri obiettivi. Abbiamo registrato due demo, che abbiamo spedito a mezzo mondo. La prima vera occasione professionale mi è stata offerta dal cantautore Garbo, un artista originale e intelligente, con una carriera di rilievo alle spalle e con il quale ho avuto l’onore di registrare due dischi e fare i rispettivi tour italiani. Nel 2003 è arrivata la chiamata dei miei amici Clairvoyants, una tribute band degli Iron Maiden. È stato un capitolo fondamentale perché mi ha permesso di...