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Come comunicammo al diretto nteressato poche settimane fa, ottenendo in risposta una delle sue tipiche risate a tutto cuore, abbiamo la nitida sensazione che, dietro le mortali spoglie di Gianluca Ferro, si celi in realtà una pacifica, benefica e metallica (in senso musicale) entità aliena, temporaneamente di stanza sul pianeta Terra. Molti, troppi indizi nei suoi lavori ci hanno portato a questa conclusione e se avrete la bontà di ascoltare il suo ultimo disco Cosmic Dead Ringers e interfacciarvi con quanto state per leggere, siamo certi che ne converrete. Con l’auspicio che ce lo lascino ancora un bel po’ tra di noi, iniziamo questa intervista...

 

Allora Gianluca, cominciamo con lo spiegare la genesi di Cosmic Dead Ringers

Ho trovato l'ispirazione per il titolo in un articolo scientifico riguardante oggetti cosmici dalla forma particolare, letture sullo Spazio di cui vado ghiotto! La definizione Cosmic Dead Ringers mi ha incuriosito e, dopo aver scoperto che dead ringers si gnifica identici [copia esatta, ndr], ho pensato che sarebbe stato un bellissimo nome per il progetto a cui stavo lavorando con il mio alter ego batteristico Paolo Caridi! Inizialmente la mia idea era di realizzare un singolo, e così è nato Three Eyes Open. Poi ho pensato di espanderlo con una nuova sezione e… dicia- mo che ci ho preso gusto, espandendo ulteriormente con un totale di cinque sezioni per una durata complessiva di 15 minuti. A quel punto ho pensato di inserire altri due brani, uno in apertura e uno in chiusura. Per non farmi mancare nulla, ho pensato di creare anche intermezzi "ambientali" fra i tre brani, a volte ispirati da colonne sonore dai toni fantascientifici. L'idea alla base del disco è quella di esplorare differenti soluzioni ritmiche e armoniche. A livello ritmico rimane centrale l'uso delle poliritmie, sebbene questa volta io abbia applicato il concetto a più strumenti simultaneamente. Non è raro infatti trovare sezioni in cui rispettivamente chitarre, batteria e synth si muovono su metri differenti per poi ri-sincronizzarsi dopo n ripetizioni. Ad esempio, nella seconda sezione di Theta Spiral c'è un riff di chitarra in 13/8 che si ripete 3 volte, per un totale di 39/8; nel frattempo la batteria suona un groove sui tom di 6/8 che viene ripetuto 6 volte (36/ 8) e alla fine delle 6 ripetizioni c'è un fill di 3/8 (36+3= 39/8). A questo punto chitarra e batteria si riallineano; tutto mentre i sint si muovono su metri differenti...