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GUIDA AL TRUSS ROD


Tratto da Axe 153, Maggio 2010
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Cos’è un truss rod e come si regola? Il truss rod è una “bacchetta magica” che può far piegare il manico. In origine serviva solo a compensare il tiraggio delle corde di metallo, che faceva incurvare il legno nel tempo. Oggi ne esistono “a doppia azione” la cui regolazione permette cioè di tirare il manico all’indietro o spingerlo in avanti.


Il tipo più semplice è un tondino di metallo di circa 6 mm di diametro lungo quasi come la tastiera, filettato a un’estremità con relativo dado accessibile, e con un blocchetto quadrato saldato fisso all’altra. Si inserisce in un’apposita scanalatura preparata nel manico sotto la tastiera e “a riposo” (ovvero con il dado lento) è tenuto curvo (con la pancia verso la schiena del manico) inserendovi sopra una zeppa a forma di mezzaluna al centro, tra la tastiera e la barra. Funziona come una trave precompressa che tende già a raddrizzarsi naturalmente. Questa tensione compensa, all’incirca, il tiraggio delle corde. Ruotando il dado in un verso (generalmente in senso orario) la barra viene forzata a raddrizzarsi e quindi a raddrizzare il manico. Se la si ruota in verso opposto si comprime ulteriormente aumentando così la curva del manico.

A chi non abbia mai ruotato un truss rod, consigliamo vivamente di farlo su uno strumento economico poiché spanare un dado o la sede della chiave non è così difficile. Ma per i più coraggiosi l’operazione in sé è semplice: avendo a disposizione la chiave giusta (brugola, chiave a tubo, cacciavite o pernetto) e avuto accesso al truss rod (spesso in recessi non visibili né agevoli, per esempio nelle chitarre acustiche) si tratta di farlo ruotare con delicatezza; un quarto di giro di solito già sortisce un effetto sufficiente. È buona norma osservare la posizione della chiave o segnare con un pennarello il dado per poter notare quanto abbia ruotato o per riportarlo nella posizione originale qualora la variazione peggiori le cose.

Dato che nella gran parte dei casi si agisce sul truss rod per raddrizzare un po’ un manico troppo curvo, e che forse il truss rod è già stato precedentemente messo in tensione in tal senso (le corde lavorano giorno e notte per piegare il manico!), il primo movimento deve essere “ad allentare allentare” perché, se per caso il truss rod è già al massimo del tiraggio possibile, potremmo romperlo. Se questo accade, il costo della riparazione può superare il valore di uno strumento economico. Nella maggior parte dei casi “allentare” significa ruotare in senso antiorario, come svitare.

Comunque uno sforzo eccessivo in relazione alle dimensioni del dado o brugola ecc. deve consigliare di rivolgersi a un liutaio prima di far danni. In strumenti “stagionati” le filettature si possono essere ossidate e quindi bloccate. Se invece la rotazione avviene senza problemi, si può riportarlo in posizione originale e ruotare – non più di un quarto di giro per volta - in senso orario, ad avvitare. Lo sforzo deve essere comparabile al primo. Se è stato necessario allentare qualche corda, si riporta alla giusta intonazione e si ricontrolla l’effetto sul manico. Si suonano tutti i tasti in successione per sentire se qualcuno ronza insopportabilmente; si suona con uno strumming deciso per sentire se il volume non si sia abbassato e/o la timbrica un po’ appiattita. Questo, come detto nella puntata precedente (Axe 152, p.52), può accadere perché abbassando l’action anche un micro contatto della corda con i tasti ne smorza alcune vibrazioni. Tuttavia anche se la corda “frusta” un po’ di più ma lo fa in modo uniforme su tutti i tasti (almeno fino al 15° circa perché poi le tastiere vengono ribassate di proposito per evitare noie: si chiama fall-out) allora è il caso di alzare un poco la corda al ponte e considerare se infine il risultato è migliore della partenza.

Come si è visto da queste poche note sommarie, l’operazione può essere intricata e comunque richiede un po’ di tempo e il continuo confronto col gusto del musicista riguardo il feeling con il manico dopo ogni regolazione.

Altri aspetti: c’è anche da dire che il truss rod è sì una bacchetta magica, ma non ha tutti i poteri in quanto può imprimere al manico una curva sola e determinata… o la va o la spacca! Per avere la tastiera con il profilo ideale (quello che copia il fuso di vibrazione della corda) bisognerebbe intervenire su ogni singolo tasto limandolo quel cicinin che serve… anche per compensare eventuali abominevoli “twist” del manico, quando, con le stagioni e l’umidità che va e viene, si storce ruotando sull’asse, tipo fusillo.

Siccome la bacchetta magica non bastava più, un ingegnere tedesco ha inventato la Plek (vedi Axe 147 e 148): un macchinario tedesco a controllo numerico che regola in modo micrometrico tutti i cinque parametri citati (tenendo in considerazione quindi lo stile del musicista) e anche un sesto (!) – l’altezza delle corde al capotasto – in una sola sessione. Questa è registrata su un computer per riportare successivamente lo stesso strumento, o altri dello stesso proprietario, alle medesime condizioni.

Luca Cesaroni

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