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GRETSCH 6190 STREAMLINER - 1951



Tratto da Axe 128, Gennaio 2008
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Gretsch 6190 Streamliner - 1951

Alla fine degli anni ‘30 la chitarra elettrica stava inesorabilmente togliendo mercato alla lap steel, superando le resistenze iniziali e divenendo lo strumento del chitarrista professionista nelle orchestre da ballo e dei pionieri del bebop. Il marchio prevalente è Gibson, sia perché ha la fortuna di avere fra i maggiori sostenitori il grande Charlie Christian, sia perché ha alle spalle una consolidata reputazione in campo archtop.

Quando la Gretsch propone le sue prime chitarre elettriche, nel 1949, con la Electromatic Spanish, alla fonte dell’ispirazione sembra essere inevitabilmente la Gibson ES-150, ma in quel periodo il marchio di Kalamazoo ha già in catalogo modelli con spalla mancante, come la ES-350 Premier.
Nel ’51 la Gretsch introduce i suoi primi modelli con spalla mancante: la Country Club, con cassa da 17” e due pickup DeArmond, disponibile con finitura sunburst (Model 6192), naturale (6193) e Cadillac Green (9396); e la Streamliner, con cassa da 16”, singolo pickup DeArmond al manico, finitura dorata (Jaguar Tan, Model 6189), sunburst (6190) e naturale ( 6191).

La chitarra che presentiamo è una Streamliner 6190, presumibilmente del ’51, con manico in tre pezzi d’acero dal profilo relativamente sottile, chiamato per questo “miracle neck”, tirante fisso non regolabile sui primi esemplari, e tastiera in palissandro. La tavola è in abete laminato, fondo e fasce in acero laminato. La scala è di 24 ½”. La scritta “Electromatic” attraversa perpendicolarmente la paletta, formando una sorta di T con la scritta “Gretsch”, orizzontale. La parte elettrica consiste in un pickup DeArmond M-200, in seguito ribattezzato Dyna-Sonic dalla Gretsch, con calamite in alnico individualmente regolabili in altezza e controlli di volume e tono. Il ponte è stato probabilmente sostituito, visto che originariamente era previsto il Melita Bridge regolabile.

All’epoca il dimostratore delle chitarre Gretsch è Jimmie Webster, noto per una tecnica che chiama “touch system”, oggi meglio nota come “tapping”, ideata, sembra, da Harry DeArmond per dimostrare l’efficienza dei suoi pickup.

Il prezzo di listino è di $ 225.00 (la Gibson ES-175 costa $ 175 nel ’49 e poco più di $ 200 nel ’52).

Lo strumento ha un bel suono acustico, chiaro ma profondo, con una buona dinamica. Il DeArmond mostra di avere le carte in regola per un timbro elettrico duttile e ben definito, con acuti dolci ma trasparenti e una gamma bassa piena e molto definita. Agendo sul controllo di tono si ottiene il classico suono caldo caratteristico del jazz tradizionale, ma con maggiore dettaglio negli accordi rispetto, ad esempio, a un P 90.
Quello che il pickup Gibson rende come aggressività e spessore su ogni nota, con il DeArmond si traduce in una gamma media più dolce, meno proiettata in avanti, con un livello d’uscita simile ma una sonorità più chiara e delicata.
Considerando nell’insieme le caratteristiche della chitarra e del pickup, questo è uno strumento decisamente adatto al jazz, ma con un carattere più docile e un suono leggermente più pulito, forse anche meno scontato, affascinante soprattutto per chi desideri esplorare più sfumature, colori meno noti; in alcun caso si può rimanere indifferenti di fronte alla grande dinamica e reattività al tocco. D’altra parte, se la Gibson aveva conquistato ai propri modelli grandi nomi del jazz, la Gretsch può vantare artisti come Freddie Green, George Van Eps, Mary Osborne e molti altri.

La voce tendenzialmente chiara consente anche di ottenere buoni risultati se ci si cimenta nel blues o se, aumentando il volume sull’amplificatore, si ha l’ardire di tentare il rock ‘n roll. Come ogni Gretsch che si rispetti, anche il country è alla portata di questo semplice ma versatile strumento, sia pure con qualche aiuto dai controlli di tono dell’amplificatore. In definitiva una chitarra che si adatta bene a tutti i generi tradizionali per una hollow body, con una versatilità che non fa sentire molto la mancanza di un pickup al ponte.

Nel ’55 il modello ha subito diverse modifiche: fasce più strette, tavola in acero laminato, segnaposizione diversi e, dopo il ’57, un pickup Filter’Tron al posto del DeArmond. Nel 1959 il modello esce di produzione.

Mario Milan

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