KEMPER PROFILING AMPLIFIER
Estratto da Axe 174, Luglio/Agosto 2012prezzo di listino IVA inclusa: € 1.470,00
prezzo indicativo d’acquisto rilevato da Axe: € 1.450,00
info www.soundwave.it
Questo è solo un breve estratto del test approfondito di 6 pagine pubblicato su Axe n. 174, luglio/agosto 2012. Per leggere tutto il test e altri 8 altrettanto interessanti, acquista subito l'arretrato!
Analizzare il comportamento di un ampli, con il suo cono e il microfono di ripresa, produrre un modello dell’insieme e permetterci di utilizzarlo per suonare e registrare: è l’approccio del Kemper KPA, ben diverso da quello dei comuni pre/multifx che forniscono una serie di modelli predefiniti.
Peso di circa 5 kg., costruzione robusta in metallo, tracolla in cuoio, anche se un po’ troppo corta. Assente una ventola di raffreddamento a favore della silenziosità. Sul posteriore c’è un vano che in futuro potrebbe alloggiare un finale e trasformare il KPA in una vera e propria testata.
Pannello frontale
Grafica e interfaccia utente non sono molto riuscite: la correlazione tra funzioni e aspetto è da attrezzatura per soli professionisti. Ma non è facile sistemare la bellezza di 17 manopole e 38 pulsanti luminosi, tutti ordinati in gruppi intorno all’unico piccolo display da 120x33 mm. circa.
Stomps: 4 effetti mono contemporanei da selezionare tra quelli disponibili (overdrive, distorsori, compressori, phaser, chorus, wah, etc.) e attivare come pedali posti prima dell’ampli. Stack: selezione e regolazione di Amplifier, EQ e Cabinet. Effects: effetti di modulazione, ambiente e ritardo stereo, posti dopo il modulo di preamplificazione.
Sotto queste sezioni troviamo gli encoder per regolarne i parametri. Ai lati, il pulsante Input offre sensibilità diverse per suoni clean o distorti, Noise Gate riduce il rumore, Master offre regolazioni di volume per Main, Monitor, Headphone; infine, Tap per l’usuale funzione del delay e alcune modulazioni. Sempre sul pannello, presa cuffie a sinistra e input chitarra a destra.
Modi operativi
Una manopola a becco accende il Kemper e permette di passare ai suoi 4 modi operativi: Tuner (accordatore cromatico), Browser (“navigazione” attraverso i Rig), Perform (riservata all’uso live e ancora non abilitata) e Profiler (analisi di un ampli e produzione del suo modello fisico).
Browser
I Rig presettati sono composti da catene di effetti, ampli e cabinet. È possibile modificarli utilizzando le manopole Browser e Type più le 4 manopole e i 4 soft button senza nome sotto e sopra al display.
Per accedere all’editing di effetti, equalizzazione, cabinet, etc., bisogna tener pigiato il pulsante relativo fino a farlo lampeggiare. Un browsing fluido tra rig e parametri richiede pratica e studio del manuale cartaceo, privo di molte indicazioni necessarie. Si può velocizzare grazie ai pulsanti Rig e Page, mentre i pulsanti Undo e Redo non sono ancora attivi.
Esiste un manuale Reference downloadable del KPA più dettagliato, anche se incompleto e privo di percorso di segnale e dettagli sulle caratteristiche tecniche.
Creare un rig
La scelta “base” è di 4 modelli: Amplifier 1, Goldie, Little Prince, Little Prince 421. Gli speaker sono tutti da 10”, ripresi con Sennheiser 421 o Shure SM57. Bisogna darsi da fare con i parametri disponibili per disegnare l’amp model: Definition, Power Sagging, Pick, Compressor, Clarity, Tube Shape e Tube Bias. Per quanto riguarda i cabinet, si mette mano ai parametri High e Low Shift come a variarne le dimensioni, mentre il controllo Character enfatizza o minimizza i picchi nella risposta in frequenza.
Tra i circa 240 rig presettati del modello in prova, solo una parte ci è sembrata veramente utilizzabile, ma possiamo prendere da ognuno l’amp model che più ci piace.
La chiave di lettura del KPA è soprattutto nella disponibilità allo scambio di profili da parte degli utilizzatori tramite un’apposita pagina sul sito ufficiale Kemper (goo.gl/0oRUI). Lunga e farraginosa la procedura di denominazione dei preset.
Utilità
Nel pannello posteriore abbiamo la sezione Master Output con prese jack e XLR da collegare a mixer, scheda audio o monitor; questo segnale include l’intero Rig. L’uscita Monitor esclude automaticamente la simulazione di cassa per collegare un finale o una cassa amplificata. Altre utilità: In/Out S/PDIF, In/Out/Thru MIDI (per inviare da PC o pedaliera program changes e cambiare Rig), 2 prese per footswitch e/o pedali espressione, volume o wah, da assegnare al pilotaggio di determinati effetti; connessione multipolare al momento inutilizzata, 2 prese USB per upgrade e backup/restore su pennetta. Infine, doppia sezione loop costituita da Direct Output/Send, Return e Alternative Input, con due prese jack per segnali di linea (loop stereo se inserito nelle sezioni X o Mod degli Effects) e una XLR per microfono (non fornisce alimentazione phantom).
Abbondano i pulsanti Ground per eliminare ronzio dovuto a eventuali loop di massa.
Profilare è facile!
Profilare un ampli è quasi un gioco rispetto all’uso generale del Kemper. Colleghiamo la chitarra all’input frontale della macchina, portiamo un cavo dalla presa Direct Out/Send all’input dell’ampli; eventuali effetti timbrici/dinamici vanno inseriti prima dell’input dell’ampli. Quindi, sistemato il microfono, lo si collega alla presa Return del Kemper; volendo si possono usare più microfoni. Collegati alle prese Master Output i monitor, siamo pronti per copiare un ampli. In redazione ne abbiamo diversi: Fender Vibrolux e Princeton, Rivera KnuckleHead, Marshall JMP SuperLead MKII, persino un Binson Hi.Fi. Anni ’60 modificato, con il quale il Kemper ha avuto qualche difficoltà.
Il KPA inizia a inviare all’ampli in esame una serie di segnali di test. La reazione dell’ampli a questi segnali è raccolta dal microfono e inviata al KPA, dove viene confrontata per ricavare i valori del profilo digitale. Fantastico. È possibile rifinire il profilo agendo sui parametri Definition, Power Sagging, Pick, Compressor, Clarity, Tube Shape e Tube Bias. Si possono regolare i classici controlli dei toni/gain/volume, e anche quelli del cabinet emulato.
Con un minimo di pratica abbiamo ottenuto ottimi risultati, ascoltabili nei sample su axemagazine.it. Le soluzioni al “blind test” sono pubblicate su Axe n.174.
Usato come pre
La resa dei suoni profilati è davvero notevole, sia timbricamente che dinamicamente. Il carattere dell’ampli, al netto di piccoli ritocchi di EQ, è catturato con grande fedeltà.
Anche come preamp collegato a una cassa amplificata, il KPA dà risultati stupefacenti, una conferma dal punto di vista timbrico e ancor di più per la risposta al tocco, simile a quella di un vero valvolare.
Visione di profilo
Il KPA offre risultati innovativi e fantastici come Profiling Amplifier. La qualità è elevata, una volta registrato e ascoltato il sample con monitor decenti.
Tra i plus, gli effetti incorporati, la completezza delle utilità, l’esistenza di tanti rig pronti con relativi amp model. Tra i minus, l’interfaccia utente, l’impossibilità attuale di collegare la macchina direttamente a un PC, la messa in vendita con alcune funzioni inattive, l’assenza di un manuale completo.
Fabrizio Dadò
Estratto dal test Kemper KPA pubblicato su Axe n.174 luglio/agosto 2012 © Edizioni Palomino