Hughes & Kettner Coreblade
Tratto da Axe 167Il “tutto in uno” è un concetto che affascina chitarristi e progettisti da molto tempo: basti pensare alle numerose proposte di ampli a modelli fisici, preamplificatori con multi-effetto incorporato e quant'altro. Spesso,al giorno d'oggi, si pone il problema dell'utilizzo delle valvole per il trattamento del segnale come caratteristica fondamentale per alcuni chitarristi. Come dire: vanno bene gli effetti, ma per il suono... ci vogliono le valvole! A questo problema risponde da anni la Hughes & Kettner, con prodotti pionieri nel campo dell'amplificazione programmabile, e la nuova Coreblade oggetto di questa prova sembra un'ulteriore evoluzione verso i limiti dell'estremo... metal. Teniamo presente sin da subito che elencare tutte le features di questa macchina da suono è praticamente impossibile in questa sede (in dotazione c'è fortunatamente un manuale esauriente, ben scritto e alquanto tecnico, con spiegazioni sul BIAS, calcolo dell'impedenza dei cabinet, etc.). La testata può tuttavia essere usata anche dai chitarristi più pigri in maniera semplice e canonica...
CANALI, CONTROLLI E... STICK
Cominciamo con calma... apparente: la testata offre 4 canali selezionabili tramite una manopola a 4 posizioni; visivamente hanno controlli comuni, ma in realtà sono del tutto indipendenti: Clean, Drive (stile British e già molto distorto per essere un crunch...), Ultra I (hi-gain tedesco) e Ultra II (hi gain americano), in pratica due lead con sonorità distinte. Su questi agiscono indipendentemente i controlli del pannello frontale: Gain, pulsante Boost, equalizzazione (classica rete passiva Treble, Mid, Bass, ma qui tutto è regolato da encoder), Presence, Resonance (regola la risonanza del cabinet, con comportamento neutro in caso di posizionamento centrale e aumento dei bassi in senso orario; cambia anche il tipo di attacco), Volume, sezione effetti interni, assegnazione del loop effetti esterni (seriale o parallelo!) e del noise gate interno (vedi più avanti). Inutile dire che l'effetto dei vari controlli tonali varia a seconda del canale in uso. Fatte le nostre regolazioni e assegnazioni, potremo salvare il tutto nelle 128 posizioni di memoria della Coreblade (32 banche da 4 preset ciascuna), Master volume escluso, ovviamente. La grossa e robusta pedaliera FSM 432 fornita di serie permette di richiamare direttamente i preset (cosa che si può fare anche via MIDI) e assegnare il tap tempo al delay! Ma la cosa che più colpisce sul frontale della Coreblade è senz'altro la presenza di una presa USB! Infatti possiamo decidere se salvare i preset nella memoria interna dell'ampli o in una "pennetta" esterna (sconsigliato il tipo U3 con installazione), su cui è anche possibile fare il backup. Torniamo sulla Terra. La potenza è di 100 Watt. Il preamplificatore funziona grazie a 3 valvole 12AX7, mentre il finale monta 4 EL34, sostituibili con altrettante 6L6.
TECNICO ON BOARD
Sul pannello posteriore colpisce subito la sezione dedicata al monitoraggio delle valvole finali. Si tratta del sistema TSC (Tube Safety Control); la Casa dice che è come avere un tecnico on-board: regola automaticamente il BIAS per avere il suono migliore e allungare la vita delle valvole, interviene per rendere inattive eventuali valvole difettose senza dover smettere di suonare (nella maggior parte dei casi), e permette, come accennato, di usare finali EL34 o 6L6, anche contemporaneamente. Incredibilmente, inserendo in un'apposita fessura un plettro (ad ampli spento!), abbiamo la visualizzazione tramite 4 LED dello stato delle finali, con possibilità di trarre indicazioni utili sulla necessità di sostituzione e altro, il tutto non molto intuitivo, ma ben spiegato nel manuale. Le possibilità di collegamento delle casse prevedono: una da 4, 8 o 16 Ohm; due da 8 o 16 Ohm. Ancora sul pannello posteriore abbiamo le prese MIDI In e Thru, la sezione per effettuare il backup dei preset su memory stick, quella del loop effetti con selezione livello denominata -10 dB (con esattezza, offre selezioni tra +2 e +12 dB in ingresso e in uscita), una presa Effects On/Off per sceglieretramite un doppio footswitch se usare gli effetti interni o esterni, e una presa "d'emergenza" Stageboard per il collegamento di un footswitch che selezioni tra canale Clean e Ultra II, nel caso fossimo sprovvisti per qualsiasi motivo di pedaliere MIDI o FSM 432. Infine, abbiamo il trimmer Hum Balance nel caso di ronzio proveniente dalle valvole del pre.
GATE ED EFFETTI
La Coreblade offre un noise gate particolare (IDB, Intelligent Dual Breakpoint) che rileva il segnale all'input strumento e all'uscita del pre, prima del loop effetti, ed è dotato del controllo Sensitivity (sul retro, da Hard a Soft con un trimmer), mentre Attack e Treshold sono regolati automaticamente. Questo sistema permette l'azione ottimale del noise gate ed evita il rischio di tagliare gli effetti presenti nella coda del suono. L'amplificatore è dotato di una sezione effetti composta da tre blocchi: riverbero, delay e modulazioni. All'interno del blocco di modulazione è possibile scegliere tra chorus, flanger, phaser e tremolo. La stessa manopola controlla sia la velocità dell'effetto che la selezione dello stesso, dato che appare ben diviso graficamente in sezioni. Il delay ha i controlli di volume, feedback e time, mentre il riverbero ha un'unica manopola che agisce sia sull'intensità, che sulla lunghezza della coda. Le manopole Volume di riverbero e delay e quella Intensity delle modulazioni disinseriscono a inizio corsa (Bypass) l'effetto dal percorso di segnale. Niente da dire, questa testata ha semplicemente tutto! Cerchiamo ora di parlare di suono...
GAIN SPROPOSITATO
Non è detto che incontri i gusti di tutti, ma in realtà con questo amplificatore si può suonare qualsiasi cosa: il Clean è veramente un clean, mentre il canale Drive è versatilissimo: ha un'ottima escursione di gain e offre un suono all'inglese molto azzeccato. I due lead Ultra I e II hanno sonorità molto diversificate e una quantità "spropositata" di gain. A tutto questo va aggiunto il Boost, che dà molte possibilità in più, soprattutto nell'utilizzo dei canali Clean e Drive. Per fare un discorso generale, la Coreblade è un'ottima testata da metal, ma suona bene praticamente in ogni contesto. L'unica accortezza che bisogna avere è che il volume dei singoli canali aumenta progressivamente dal Clean all'Ultra II, per cui bisogna tenere d'occhio le regolazioni relative in fase di programmazione. E il volume della Coreblade, soprattutto con le distorsioni, è veramente molto alto. Allo stesso tempo la definizione e il comportamento timbrico restano sempre nell'estremo rispetto del dettaglio. Il Clean offre sonorità di tutti i tipi: si consideri che anche agendo sulla sola manopola Resonance è quasi come se si stesse scegliendo un altro amplificatore. La sonorità di base di questo canale potrebbe essere descritta da qualcuno come "fredda" o "chirurgica", il che, spesso, è proprio quello che si cerca in una testata metal! I crunch del Drive sono molto belli e lievemente compressi. Ma è nelle situazioni high-gain dei due canali Ultra che la testata dà il meglio. Le equalizzazioni a V fanno emergere ancora una versatilità enorme, gestendo gli estremi banda, mentre la zona delle medie frequenze resta utile per far cantare lo strumento. In tutte le situazioni d'utilizzo, abbiamo riscontrato un ottimo timbro dell'attacco del plettro, piuttosto presente, e abbiamo anche apprezzato la possibilità di shreddare con suoni di diverso tipo. Si hanno praticamente tre tipi di suono distorto a disposizione: tutti valvolari, tutti rispettosi dell'esecuzione, tutti con molto gain (il Drive ne ha un po' di meno, ma comunque non è poco). Se a questo aggiungiamo il fatto che il suono clean è veramente pulitissimo anche ad alto volume (la Coreblade non distorce neanche con il Boost attivato), ci sembra che a questa testata non manchi nulla per un chitarrista metal che nonvoglia compromessi. In particolare, le note veloci risultano facili da suonare già con il gain poco oltre metà corsa, con una buona progressione e sonorità estreme solo a fine corsa. Il rumore di fondo non è eccessivo considerati i volumi in ballo. Gli effetti funzionano bene, e arricchiscono la tavolozza di colori a disposizione, considerato soprattutto il fattore programmabilità: si può passare da un lead con riverbero, a un clean con delay e chorus, semplicemente selezionando il preset sulla pedaliera. Non aspettiamoci chiaramente una qualità pari a quella di processori che da soli costerebbero come l’intera Coreblade... Ovviamente, anche se la testata funziona egregiamente manovrata “all'antica”, è assolutamente consigliabile sfruttarne l'implementazione MIDI per poter usufruire dell'enorme versatilità a disposizione.
METAL VERSATILITÀ
Per concludere, se il metal scorre nelle nostre vene, la H&K Coreblade è sicuramente una delle testate di alto livello più versatili presenti sul mercato. Il rapporto qualità/prezzo è decisamente favorevole, considerata anche la presenza della pedaliera in dotazione. A questo va aggiunto che la testata è anche in grado di cavarsela bene negli altri generi musicali, per cui la sua versatilità è anche timbrica e non solo legata alle tante funzioni e opzioni. Consigliamo senz'altro una prova su strada.