Judas Priest
Nostradamus
Sony
Axe Metal luglio - agosto 2008
Era stato lo stesso Rob Halford a dirlo: “Il prossimo disco sarà un vera e propria rock-metal opera”. E ora come non dargli ragione ascoltando questo doppio Nostradamus, primo concept album dell’heavy metal band britannica. La track list è divisa per capitoli, tutti riguardanti le rivelazioni e le tematiche affrontate negli scritti del grande profeta. A ogni parte del concept sono legate canzoni che trattano quindi di apocalisse, resurrezioni, visoni catastrofiche e speranze. La musica di Nostradamus è evocativa, molti i richiami “epici”, soprattutto nelle intro che precedono ogni pezzo. La durata dei brani è piuttosto breve rispetto a quella standard prevista in lavori di questo tipo (se si fa eccezione per Revelations e Future of Mankind), ciò comunque non impedisce che siano presenti cambi di tempo e di atmosfere anche in composizioni dalla lunghezza quasi “pop” come a esempio Prophecy, lento pezzo heavy che trova forza nel lungo bridge classicheggiante. Di levatura e complesse le parti chitarristiche di K.K. Downing e Glenn Tipton, forse i veri motori trainanti di Nostradamus. War vuole rievocare l’incidere dei quattro cavalieri dell’apocalisse con cori operistici, orchestrazioni sinfoniche, crescendo di archi e ritmiche dall’andamento marziale, mentre nei brani Pestilence and Plague, Conquest e Visions è la voce di Halford a emergere, sottolineando un cantato recitativo e teatrale, che tralascia ogni genere di virtuosisimo. Un disco pregevole, non certo però di facile ascolto.
Matteo Roccia