Dopo un'attesa di tre anni, un nuovo album in studio è un evento imperdibile per gli amanti del Blasco. Aprendo il booklet, i chitarristi non possono rimanere delusi: nomi come Michael Landau, Stef Burns, Michael Thompson, Tim Pierce, Dean Parks, uniti a vecchie volpi della ritmica come Tony Franklin, Lee Sklar e Vinnie Colaiuta dovrebbero stuzzicarci l'appetito.
Classico è il primo aggettivo che ci viene in mente per i 12 inediti: testi brillanti che invitano a coltivare il dubbio senza la pretesa di profetizzare, tante chitarre, ritornelli a prova di stadio, uso discreto dell'elettronica, il tutto registrato tra Bologna e Los Angeles.
Il primo brano dà il titolo al CD: un riffone di chitarra elettrica ci assale prepotente; interessante l'intreccio di chitarre elettriche e acustiche a supporto del testo, che sembra scritto su misura per un remix; il solo a colpi di whammy non potrà non conquistare i chitarrofili. Come stai inizia con un po' d'elettronica per poi aprirsi con delle chitarre che ricordano The Wicked Games di Chris Isaak: incalzante il ritornello, mentre l'assolo di Burns è melodico e whammoso al punto giusto. Landau si prende cura di tutte le chitarre in Anymore e degli assoli in Hai mai: anche quando gli interventi si limitano al funzionale, non si tratta di note buttate a caso, ma di contrappunti ponderati e suonati con grande intenzione. In Non basta niente tra i chitarristi figura Giacomo Castellano. Da manuale il solo di Burns. In Dimenticarsi è Pierce a mettere in mostra le sue doti solistiche. Stef torna a farsi sentire in Da sola con te, canzone di maniera, leggermente più fiacca delle altre. Cosa vuoi da me non ci piace: il riff iniziale ricorda troppo gli Offsprings e la canzone non è tra le più ispirate. Il versante malinconico e struggente del rocker sopraggiunge con la ballad E... Señorita porta avanti il concetto, con un ritornello pieno di chitarrone. Rock'n'Roll Show, scritta a quattro mani con Maurizio Solieri (che compare anche come chitarrista), dà l'impressione di una caricatura del rock più scontato: peccato. L'album si chiude con Un senso, colonna sonora del film Non ti muovere: è il lento più forte del CD, composto con cura certosina: modulazioni, melodia orecchiabile e una citazione beatlesiana: pare proprio che Vasco sia ghiotto di fragole!
Un album scritto e suonato bene, che, a parte un paio di ruzzoloni, è consigliato a chi pensa che la musica italiana di cassetta sia solo Sanremo.
Simone Salvatore