Prendete il tipico punk-pop FM americano, magari un po' á la Ramones, aggiungete una dose abbondante di sano e innegabile amore per i Beatles, condite con un cantante non proprio dotato ma molto volenteroso e appassionato, e, mentre mescolate, aggiungete spruzzate ben dosate del più terrificante shredder sul pianeta: servite ben caldo e otterrete... Space Ship One! Sembra questa infatti la ricetta di questa nuova fatica solistica di Paul Gilbert, sempre più calato nel ruolo di artista pop che in quello di chitarrista; e i risultati non sempre convincono del tutto.
La title track risponde al 100% alla ricetta sopra elencata: dopo un'intro al fulmicotone a base di arpeggi plettrati sui sedicesimi con la perizia tecnica e ritmica a cui Paul ci ha abituati, il brano sfocia nel pop punkeggiante di cui abbiamo parlato, con qualche spunto interessante nei cori (ecco i Beatles) e il terrificante solo che aspettavamo... Tutto scontato? Finora sì, vedremo più avanti!
Every Hot Girl Is A Rock Star ricalca pedissequamente lo stesso andazzo, ma senza chitarre degne di nota. Lo stesso dicasi per On The Way To Hell, che almeno è dotata di assolo di chitarra, pur breve (in un disco di Gilbert i soli non possono essere considerati degli optional), ma non sposta di molto l'ago della bilancia.
Jackhammer, brano strumentale, parte alla Racer X, ma quando finalmente crediamo di essere rientrati in territori più consoni al talento di Paul, prende un'inaspettata direzione quasi fusion, con tanto di solo aperto da scale alterate... Il tutto, ahinoi, suonato con un'intenzione ritmica e un suono... heavy metal! Il risultato? Clamorosa dimostrazione d'inadeguatezza improvvisativa e compositiva! Segue solo di batteria inutile e cresce la nostra voglia di dimenticarci in fretta di questo CD, inutile anche per i fan più accaniti. Aspettiamo fiduciosi un disco finalmente strumentale, Paul!
Marco Cardona