Se ci accingiamo a trattare nuovamente le funamboliche gesta del simpatico australiano, c’è di sicuro un valido motivo. Anzi, due. Stavolta, infatti, siamo alle prese con un doppio disco dal titolo Live One, il primo concerto dal vivo del chitarrista riversato su CD. Trepidanti e incuriositi decidiamo, quindi, di sradicare “cautamente” la pellicola che protegge l’elegante confezione digipack color blu notte per dedicarci, rapiti, all’ascolto.
Il concerto, registrato nel 2001 presso The Crown Showroom di Melbourne, è un corposo one man show di quasi due ore, durante le quali il chitarrista esegue un repertorio sostanzioso (28 brani!) e vario: oltre a pezzi tratti dai suoi album precedenti, sono presenti numerosi arrangiamenti di classici e una manciata di brani, per l’epoca assolutamente inediti, che costituiranno poi il corpo centrale del suo secondo album solista Endless Road (Favored Nations; v. Axe n.97).
Un trascinante medley dei Beatles apre le danze, che continuano a ritmo sostenuto con Classical Gas, Old Fashioned Love Song (pezzo di Paul Williams realizzato con un walkin’ bass travolgente) e l’energica Son Of A Gun, dal basso alternato-stoppato notevolmente spedito. La prepotenza esecutiva di Tommy si fa più pacata nella seconda parte del CD: l’atmosfera diventa più intimista e c’è spazio per le melodie cantabili e riflessive delle sue celebri ballad. Con Those Who Wait, Morning Aire, Questions e il tenero arrangiamento del brano di Julian Lennon Saltwater possiamo apprezzare quei temi ricchi di fioriture che rendono la chitarra dell’australiano tra le più espressive ed emozionanti. L’elegante pop di Mombasa e i sensuali midtime come Angelina, That’s The Spirit e Up From Down Under rendono questo Tommy Emmanuel Live One (Original Works) primo CD completo e ricco di sfumature. Basta, però, una sola occhiata alle tracce del secondo disco per capire che il bello deve ancora venire: l’esibizione riprende, infatti, con una toccante esecuzione del classico Amazing Grace, che rappresenta, da sempre, uno dei punti di massima poesia dei concerti di Tommy.
“It’s groove time”, così il chitarrista presenta le successive song, tanto ritmate che risulterà difficile persino ai più pigri rimanere freddamente incollati alla sedia: le sornione House Of The Rising Sun e Guitar Rag, che vedono l’australiano alle prese anche con il canto, fanno da apripista a Blue Moon e alla sfrenata Guitar Boogie che ci danno un saggio delle impressionanti capacità improvvisative di Mr. Emmanuel. Il pubblico gradisce e si consuma in lunghi ed energici applausi. La temperatura sale ancora con le infiammate Mozzarella Tarantella, Train To Dusseldorf e la fulminea plettrata di The Hunt. Chiude il concerto una ispiratissima Initiation: riverbero, delay e giochi percussivi sullo strumento danno vita a una cadenza tribale di forte impatto.
Live One è un’opera imperdibile per gli amanti della seicorde, un saggio dell’indicibile bravura dell’australiano, “catturato” qui on stage, la sua dimensione più vera e straripante.
Luca Ferrara