Mentre è in uscita il nuovo Fuzzy, recensiamo il primo disco live di Oz Noy: il meglio di quattro serate al Bitter End, piccolo club di New York, nel 2002.
"Credo non sia possibile catturare il vero groove in studio", dice Oz spiegando i motivi del live, e già dalle prime tracce si capisce il motivo dell'affermazione. Gli 11 brani sono stati ripresi con una secca registrazione su DAT, senza sovraincisioni o rimaneggiamenti. Il sound è immediato, presente, spigoloso e sembra davvero di essere lì nel club ad ascoltare il trio.
Grazie anche al prezioso apporto di Anton Fig e Keith Carlock alla batteria e di Reggie Washington, James Genus e Will Lee al basso, il funky rock di Noy ha un groove eccezionalmente compatto, solido dal punto di vista compositivo ma anche ricco di interplay e di un istinto creativo che solo un grande affiatamento come quello fra Oz e compagni può far emergere.
La traccia d’apertura Damn, This Groove! non lascia dubbi neanche nel titolo, la parola d’ordine è groove!, ma già con Get Down appare la vena più stravagante di Noy, con percorsi armonici impervi, una sonorità fusion spesso ai confini tra il blues e un out playing ironico e fantasioso. Dopo qualche citazione tra Hendrix e Vaughan, nel solo della distesa ballad Two Centers, si ritorna sul terreno funky con il tiratissimo riff di Just Groove Me, con un bel solo di batteria di Fig. Abbondante reverse delay per In The Jungle, e la chitarra si trasforma in una specie di cornamusa che ondeggia tra esperimenti di moderna polifonia e atmosfere quasi psichedeliche. Notevole la rivisitazione di Misterioso di Thelonious Monk, dove la creatività di Noy si muove al confine tra jazz, blues e un’acida fusion; forse uno dei migliori esempi del suo linguaggio “contaminato” e visionario. Particolarmente ispirata Natural Flow, in cui solista e sezione ritmica dialogano in un rilassatissimo interplay dinamico, teatro di suggestive invenzioni armoniche.
Insomma sia che si tratti di serrato funky, come ancora avviene in Steroids o I Don't Know Why, sia di una più sostanziosa ballad come la raffinata Half Romantic, lo stile del chitarrista è sempre coerente e regala spunti creativi che non tradiscono le aspettative. L’immediatezza del suono di questo CD rimanda realisticamente alla raccolta atmosfera del club e fa sorvolare volentieri su qualche sbavatura inevitabile: il messaggio creativo di Noy arriva integro e genuino.
Marco Gerace