Convince a metà l’ultimo disco del guru indie rock Rob Zombie.
Nonostante sia supportato da una formazione super-collaudata che vede Piggy “D” al basso, Tommy “C” alla batteria e il mostruoso John 5 alla sei corde, nel corso delle undici tracce dell’album Zombie non stupisce e non impressiona né per originalità né per ispirazione compositiva.
Quel che manca infatti è proprio una certa accortezza nella stesura dei brani. A parte quattro o cinque episodi piuttosto entusiasmanti (tra cui il singolo Sick Bubble Gum), i pezzi di Hellbilly Deluxe 2 suonano poco incisivi.
Jesus Frankenstein è un sepolcrale heavy sabbathiano, i cui cori nel ritornello, così come le chitarre dell’approssimativa Virgin Witch, sembrano uscire da un CD del peggior Marilyn Manson.
Gli interventi al fulmicotone dell’ormai proverbiale guitar work ibrido di John 5 (funambolica combinazione di tecniche heavy e country), da soli non riescono a salvare un album appena sufficiente. Peccato.
Matteo Roccia
