Finalmente abbiamo modo di ascoltare su CD (doppio) tutta l'energia e la classe sprigionate dal vivo da Scott Henderson e dal suo trio. Per chi ha avuto l'occasione di assistere a una delle performance nei club puntualmente frequentati da Scott in Italia, l'uscita di questo nuovo disco è un'occasione unica per rivivere quei momenti. La band è la stessa degli ultimi tempi: Kirk Covington nella veste di batterista nonché di vocalist e John Humphrey al basso. La performance del trio è stata registrata da Bob Bradshaw (sì, proprio lui!) al La Ve Lee Jazz Club in California, fatta eccezione per il brano Fee Fi Fo Fum, registrato a La Palma di Roma.
Il primo CD si apre con Slidin', già nota ai fan dei Tribal Tech. Immediatamente colpisce il suono stupendo della chitarra: non è una sorpresa, ma ogni volta che lo riascoltiamo, sembra più bello. Oltre che per il suono, Scott ci sorprende anche per i fraseggi sempre nuovi, per l'ampio utilizzo della leva (già notato negli ultimi tempi) e le bellissime frasi out, con intervalli larghi e salti di corda in costante aumento!
Rimaniamo in atmosfere blues (si fa per dire) con Well To The Bone; il gigante Kirk, oltre a pestare le pelli egregiamente, si difende benissimo anche come cantante. Ma è la successiva Sultan's Boogie che ci fa saltare dalla sedia: il solo di Scott è incredibile per lo splendido fraseggio espresso e per la stupefacente fantasia nel creare frasi che lasciano a bocca aperta: un compendio dello stile dell'Henderson ultimo periodo!
Il concerto prosegue con Xanax. Nelle versioni live, ovviamente, le parti strumentali sono un po' più dilatate rispetto alle versioni in studio, ma questo non può che far piacere. Lady P continua sulla stessa linea, con Scott alle prese con gustose frasi aumentate, alternate a succulenti bocconcini pentatonici. Con la seguente Jakarta l'atmosfera si fa più soffusa e dai sapori orientaleggianti. Tacos Are Good chiude il primo CD con spericolatezza e sense of humour.
Il secondo disco si apre con la bella Dog Party e qui lo splendido suono e il personale fraseggio blues del chitarrista ci regalano momenti eccezionali. C'è spazio anche per una situazione più jazz con Fee Fi Fo Fum di Wayne Shorter; che dire, il gusto e la musicalità nell'approccio al brano sono da brivido! Un CD interamente dedicato a brani del genere sarebbe veramente una gemma, visto il risultato live in questione: uno dei momenti più musicali del lavoro, anche se è difficile scegliere!
Si torna ad atmosfere più rock-blues con Meter Maid, e anche qui il playing di Scott è veramente emozionante e creativo. Si riparte in quarta con Nairobe Express che ricorda quanto importante sia stata per Henderson l'influenza di Joe Zawinul; il tiro è mostruoso e, come ci rammenta il titolo, i tre sono veramente dei treni! Il brano, già ascoltato in studio con Steve Smith e Victor Wooten nei Vital Tech Tones, offre a John Humphrey lo spazio per un assolo che regge il confronto con il virtuoso dello slap Wooten. Subito dopo arriva il solo di batteria di Kirk, con il suo stile funambolico e ipercinetico che o si ama o si odia; personalmente lo ritengo veramente originale e mai banale o scolastico. Al concludersi del solo, Scott si unisce al batterista in un'orgia di suoni ed effetti, in crescendo per uno splendido finale. È tempo di Devil Boy, dove si alternano atmosfere hendrixiane e momenti dal sapore più jazz, con un solo di grandissimo gusto e suono: un altro dei tanti momenti topici del CD.
Per chiudere, non poteva che esserci l'entusiasmante Hillbilly In The Band, con Scott che, tra utilizzo della leva e fraseggio da brivido unito a frasi imprevedibili, mette veramente paura. Un lavoro che, come si sarà capito, è piaciuto e molto: bei pezzi suonati in modo eccellente, con un gusto e un'energia che capita ormai raramente di sentire!
Dieci e lode, un must per tutti i chitarristi e non solo!
Fabio Cerrone