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Mistura di musica jazz, classica e world: così potrei omologare in tre parole lo stile unico di Rez Abbasi, chitarrista e compositore di origini pakistane accolto in giovanissima età dalle grandi braccia degli Stati Uniti d’America. In California, a 11 anni, inizia a studiare la chitarra. Si dedica poi alla musica classica e jazz alla University of Southern California e quindi alla Manhattan School of Music di New York, dove vive.

Mr. Abbasi, vuol dirci qualcosa sul rapporto tra il suo paese nativo e gli Stati Uniti? Quali furono le prime influenze musicali?

La mia famiglia emigrò negli U.S. quando avevo 4 anni, quindi all’inizio non fui molto influenzato dalla cultura pakistana, se non attraverso i miei genitori e parenti. Più avanti negli anni, grazie al cibo e alla musica, ebbi modo di conoscerla meglio. La cultura pakistana essenzialmente è come quella indiana, perché India e Pakistan erano un unico paese prima del 1947. Quando scoprii la forza della musica classica indiana, iniziai a rivisitare le mie radici sud-asiatiche. Venendo alla seconda parte della domanda, crescendo in California ero influenzato da tutto ciò che, dalla radio, influenzava chiunque altro. Per me spiccavano band come i Led Zeppelin, i Rush e i Van Halen, tra le altre...

I suoi studi di musica occidentale negli anni sono stati ricchi e completi. Come è riuscito a mantenere la cultura musicale indiana e miscelarla con il jazz dal punto di vista spirituale e musicale?

È stato facile perché mi piace la grande musica e questa include tanto la musica indiana e pakistana quanto il rock e il pop di artisti come Stevie Wonder, Bill Withers, Steely Dan; la lista sarebbe lunga... Tutte queste sonorità influiscono sulla mia musica ancora oggi e questo non cambierà mai. Ad esempio, ho appena ascoltato qualcosa dei Foreigner e sono rimasto stordito da alcune loro composizioni. Non so che cosa mi influenzerà in futuro, ma, poiché la musica è universale - e per me questo significa che deve contenere qualcosa di significativo - tutto ciò che mi piace ha un’influenza su di me; e più mi piace, più mi influenza. Certamente se passo molto tempo ad ascoltare, ad esempio, [Claude] Debussy e poi compongo, forse questo si sentirà in ciò che avrò scritto. Anche studiare aspetti di compositori e di stili musicali può influenzare ciò che scrivo; quindi, in definitiva, i miei studi di musica in- diana hanno fatto la differenza nel modo in cui concepisco la musica. Ma prima e soprattutto sono un musicista di jazz moderno...