Intervista Randy Rhoads
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Intervistare Randy Rhoads è chiaramente impossibile, ma siamo riusciti a ottenere alcune interviste significative, raccolte negli anni da Des Sherwood, gestore, insieme a Kelly Garni (miglior amico di Randy e bassista dei Quiet Riot), del forum randyrhoads.uk. C'è anche un contributo di Ozzy raccolto dal "nostro" Ricotti nel 2000.
Randy rhoads: L'intervista (Dal forum ufficiale www.randyrhoads.uk).
Quando hai iniziato a suonare?
A circa sette anni.
Come hai iniziato?
La musica è stata sempre presente nella mia famiglia, c'erano sempre un sacco di strumenti in casa: io ho scelto la chitarra.
Quale chitarra?
La mia prima in assoluto fu una chitarra classica economica [una vecchia Harmony Rocket, nda].
Come hai inziato gli studi?
Presi delle lezioni di chitarra classica, interrotte a 12 anni: volevo suonare rock. Recentemente ho ripreso gli studi di chitarra classica e studio molto durante le pause del tour.
Parlaci del tuo stile.
Ho studiato per molti anni le tecniche e i lick di altri per arrivare a capire che la cosa più importante è sviluppare uno stile personale; è importante essere insegnanti di se stessi e progredire studiando quello che si ha dentro. Personalmente non ho mai tirato giù frasi dai dischi e per questo non mi sento un session man.
Le tue influenze?
La più importante forse è quella di Leslie West per quanto riguarda il rock, ma anche Jeff Beck e Richie Blackmore. Ascolto molti chitarristi.
Il tuo primo disco?
Sicuramente il primo con i Quiet Riot; avevo 17 anni.
Il tuo setup live?
Uso due Les Paul, due Charvel [divennero poi Jackson, nda], una custom made [la Flying V di Karl Sandoval, nda], una pedaliera molto semplice, tre testate Marshall da 100 Watt, di cui due 1959.
Lo stesso setup, ma con meno amplificatori.
Quale dei tuoi solo ti piace di più?
Sicuramente quello di Mr.Crowley; ho speso molto tempo per scriverlo e quando Ozzy lo ascoltò per la prima volta rimase sconcertato; afferma che tutto quello che faccio lo stranisce, così devo spesso tornare sui soli fin quando non gli piacciono. A volte mi rende molto nervoso.
Da dove arrivano i tuoi lick?
Dal suonare spesso, forse; con la pratica escono delle cose interessanti più da te stesso che copiando altri.
Ma sei stato per anni un insegnante.
Ho imparato molto di più insegnando che non praticando. A volte venivano allievi che volevano sapere come suonare su una sequenza di accordi e a volte non sapevo rispondere alle loro domande; così ho imparato a generare dei lick, ogni giorno con studenti diversi.
Perché hai iniziato a suonare la chitarra?
Semplice: perché l'amo.
Qual è il tuo sogno, cosa vorresti essere?
Nessuno al momento. Non ho un idolo da imitare, ci sono persone che mi piacciono ma nessuno da imitare.
Sembra che tu non abbia un sogno da rock star.
A 12 anni iniziai a jammare e pensavo, anzi sognavo, di farlo veramente. La prima volta che ho suonato davanti a un pubblico ero spaventato; appena ho iniziato a suonare, il pubblico ha applaudito: ero felicissimo. Alcuni amici mi avevano mostrato delle scale blues per improvvisare; era divertente unirle ai lick.
A essere onesti sì, ma ho suonato subito con una band e spesso ero impegnato a suonare e scrivere; non avevo molto tempo per provare i pezzi di altri. Negli show di Ozzy suono un assolo molto lungo, in cui faccio delle cose alla Eddie Van Halen [tapping,nda], anche se lui le fa meglio. Sono cose che impressionano i ragazzi e io provo a farle il più velocemente possibile. Quello che desidero è creare qualcosa che gli altri ancora non hanno fatto: questo mi porta via molto tempo.
Che cosa ci dici del tuo solo?
Al momento ci provo; il mio unico momento da solo sono quei cinque minuti che divido con Tommy Aldridge. Se mi sedessi e suonassi pezzi classici, non avrei lo stesso effetto sul pubblico: sono degli scalmanati, vogliono rock e rock sia. Ozzy ha un seguito incredibile e il pubblico non vuole fermarsi. Ho provato a fare delle cose più classicheggianti, ma non vengo seguito; tutto il contesto è troppo heavy.
La tecnica della tua mano sinistra è molto fluida: fai molti esercizi?
Suono costantemente, cerco di esercitarmi il più possibile, anche se in tour ho meno tempo a disposizione.
Ti sei allenato molto per l'hammer on?
In realtà no; ho sempre jammato con gli amici, ho sempre suonato in camera da letto. Penso derivi anche dall'insegnamento: finivo per suonare 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana, sempre con studenti diversi e di età diverse.
Sei un buon lettore a prima vista?
So leggere, ma ho bisogno di concentrarmi, pensare e poi suonare; alla terza passata posso leggere tranquillamente.
Penso che sia una gran cosa, per molto tempo lo hanno fatto i Deep Purple, è un modo di inserire le melodie nell'ambiente heavy. La maggior parte della musica heavy metal si muove su sonorità minori; questo in realtà non è molto melodico, ma mi permette di usare una grossa varietà di scale minori nelle melodie che automaticamente hanno sapori classicheggianti. Più pratichi questo accoppiamento, più ti avvicini a sonorità diminuite, ti ritrovi a ricercare proprio quelle sonorità classiche che vorresti inserire.
Musicisti rock come Beck, Page, West sanno suonare bellissime parti di chitarra acustica.
Leslie West è stato uno dei miei chitarristi preferiti, amo il suo feel; usa moltissimo la chitarra acustica. Anche Beck mi piace molto, ma non sono degli idoli, mi piace il loro modo di suonare. Credo che Beck e Michael Schenker siano molto classicheggianti.
Ti piacciono i Black Sabbath?
Non sono un grande fan dei Sabbath, sono stati dei grandi e li rispetto. Forse fui scelto da Ozzy proprio perché non suonavo in quel modo; non ho neanche suonato, solo qualche riff al volo e fui scelto per suonare nella band.
Perché secondo te fosti scelto da Ozzy?
Ancora non lo so, probabilmente per via della mia tranquillità: tutti gli altri chitarristi che fecero il provino erano stravaganti o esaltati, o forse hanno suonato troppo.
(Dal forum ufficiale www.randyrhoads.uk).
Che cosa ti spinse a scegliere Randy Rhoads?
Quando lo ascoltai per la prima volta rimasi molto impressionato.Lo invitai subito a unirsi alla mia band in Inghilterra per le registrazioni di Blizzard Of Ozz.
Che cosa ricordi di più di Randy?
Era incredibile, insieme eravamo fantastici; il pubblico veniva sia per il mio show sia per vedere Randy in azione. Eravamo molto diversi sul palco: Randy non beveva ed era sempre molto calmo e pacato; aveva una specie di attitudine positiva a tutto.
Com'era lavorare con lui?
Semplicissimo. Andavo da lui con una melodia e lui la trasformava in musica, in riff e soli. Stavamo veramente bene insieme; mi ha insegnato molto e gli sono grato per questo.
(Da un'intervista a Ozzy Osbourne di Jurij Ricotti durante il
Gods of Metal del 2000).