Ibanez SV5470F
Axe n.133
L’Ibanez propone con questo strumento una rivisitazione della serie S, celebre chitarra dalla forma “a saponetta” dal corpo molto sottile, introducendo diverse novità: la versione non locking del ponte ZR (con annesso sistema di bloccaggio posizionato nel retro), l’adozione di pickup molto particolari chiamati True Duo Blast, la presenza di 24 tasti e un tipo di meccaniche autobloccanti in grado di tagliare la corda in avanzo dopo averla bloccata. L’intento dichiarato è quello di avere uno strumento molto versatile e privo di problemi di accordatura.
Misuriamo 43 mm. di larghezza per il capotasto e 53 al 12° tasto, mentre la scala è di 648 mm. e il raggio di curvatura della tastiera di 430 mm. Lo strumento si presenta ragionevolmente pesante (kg 3,390) e lievemente sbilanciato verso la paletta quando siamo seduti.
Il corpo, la tastiera e la paletta sono contornati da un binding bianco “invecchiato”, mentre la finitura della cassa è di un elegante blu trasparente (Natural Blue) attraverso il quale possiamo ammirare le venature dell’acero figurato del top e del mogano della cassa.
Il manico ha finitura satinata, mentre la parte frontale della paletta è nera, con il logo della casa in madreperla e la scritta Prestige in bianco. I segnatasti sono dot piccoli in madreperla, mentre al 12° tasto c’è un intarsio formato da tre dot di grandezza crescente (di cui l’ultimo, il più grande, con l’interno in abalone) disposti a mo’ di apostrofo. Molto bello da vedere. Il manico è in tre pezzi di acero (più due laterali alla paletta) e due di bubinga, come di consueto sulle Prestige. I 24 tasti jumbo sono molto ben posati e lucidati. La tastiera è in palissandro. Va segnalata l’ottima qualità di tutti i legni, soprattutto in relazione al prezzo.
La parte elettrica prevede un controllo di volume, con push-pull per lo splitting, e uno di tono, e un selettore a cinque posizioni avvitato sulla classica mascherina di plastica di forma puntuta della serie S. Le manopole godronate sono in Galaxy Black e l’ingresso jack è posizionato sul top e angolato verso l’alto. Il vano potenziometri è schermato con vernice conduttiva, così come il suo coperchio, che presenta una schermatura con fogli metallici. La qualità dei componenti è buona.
MA QUANTE BOBINE!
I pickup sono nella classica configurazione due humbucker e un singolo centrale e rappresentano una novità. Gli humbucker adottano la soluzione di usare due veri single coil in serie (migliorando il suono nello split) usando calamite diverse per i due singoli che lo compongono e usando addirittura una struttura a bobine sovrapposte per quello che si attiverà usando lo split (esterno). Entrando nel particolare, la bobina che viene eliminata azionando lo split usa magneti in ferrite (ceramici) posti sotto le espansioni polari, mentre quello che farà il suono da single coil ha bobine sovrapposte ed espansioni polari in Alnico V. In pratica è un pickup a tre bobine e con due tipi diversi di magnete! La faccenda si fa interessante... Per quanto riguarda le resistenze, misuriamo 12,7kOhm per l’humbucker al manico, 4,6 per il singolo centrale e ben 16,2 per l’humbucker al ponte, ovviamente non splittati.
BLOCCA IL PONTE
Il ponte si chiama SynchroniZR, un’unità “tradizionale” priva di regolazioni per l’accordatura fine, che presenta diverse particolarità. Le sellette sono in corpo unico, per evitare perdite di vibrazioni; l’intonazione è regolabile tramite un accessorio avvitato (!) sul ponte stesso che agisce sul retro delle stesse, soluzione già vista sullo ZR della casa. L’unità inoltre non è basculante su due piloni tramite lama, ma su cuscinetti. Viene così eliminato gran parte dell’attrito. La base del ponte su cui sono poggiate le sellette presenta altezze compensate per far combaciare le stesse con il raggio di curvatura della tastiera. L’inserimento della leva avviene con uno scatto finale provocato da una molla posizionata in fondo alla fessura; proprio la leva è in un materiale molto leggero e allo stesso tempo resistente (Duralumin, duralluminio). Questo ponte eredita dallo ZR la possibilità di variare l’azione di contrasto delle molle agendo su una semplice manopola posta sul retro, raggiungibile senza svitare nulla. Di grande comodità.
Non è finita perché, sempre sul retro, è disposto il sistema ZPS-FX, ovvero un congegno in grado di bloccare il ponte nella sua fase ascendente (musicalmente…), rendendolo di fatto in grado di essere assimilato, in parte, a un ponte fisso. Ah, anche il ponte è in Galaxy Black!
Le meccaniche, nere, sono un’altra novità, dato che permettono, con l’azione della stessa manopola, di bloccare la corda e tagliarne la parte in eccesso. Fa una certa impressione vedere la corda che entra nell’alberino e non esce da... nessuna parte.
Concludiamo la descrizione menzionando il capotasto, in materiale lubrificante, nero.
SUPERVERSATILE
Bene, le premesse sono allettanti e, per fortuna, anche mantenute. L’SV5470F, da spenta, ci regala un suono acustico molto articolato e completo, con una gamma di frequenze sufficientemente ampia da lasciarci pensare di più al tocco che al suono. Il plettro piatto corrisponde a un suono veramente rotondo, mentre quello di taglio a un’esaltazione degli alti. Per essere precisi, questa chitarra da spenta non ha enfasi eccezionali sugli alti, piuttosto un bilanciamento sonoro lievemente tendente alla morbidezza che la possono rendere, a livello di scelta dei pickup, interpretabile praticamente in qualunque modo.
La prova con l’amplificatore non è da meno. Sembra di avere tra le mani tutti i suoni del mondo e sempre con un piccolo velo sugli alti che sembra la vera caratteristica sonora dello strumento. La dinamica sui puliti può far pensare a un compressore nascosto chissà dove, mentre sui distorti si può apprezzare la grande definizione e caratterizzazione di tutte le posizioni.
I pickup True Duo Blast suonano proprio bene e il sistema di splitting funziona a dovere, rendendo in effetti quasi reale la possibilità di avere due chitarre in una (humbucker + single-coil). Una certa omogeneizzazione dei suoni resta comunque in agguato, il che può anche tornare utile per non creare sonorità troppo differenti, per esempio all’interno dello stesso brano, ma che può deludere le aspettative di chi vorrebbe due veri pianeti diversi a portata di switch.
La versatilità resta quindi il vero pregio dello strumento in prova, che non delude mai in nessun contesto e che produce sempre suoni di elevata qualità, supportati da un ottimo lavoro di finitura della tastiera che permette a tutte le note di cantare con deciso sustain e corpo.
Il ponte, nonostante l'aspetto, permette di salire poco con l'intonazione e resta nell’ambito del vintage style per il funzionamento in questo senso. Funziona bene, permettendo anche discrete escursioni in basso senza che l’accordatura ne risenta in maniera particolare. L’unica corda infatti a risultare stonata è stata la terza, il sol, che probabilmente ha uno scavo lievemente troppo stretto. Dopo un certo periodo di uso, non ha però dato altri problemi.
In conclusione, questa Ibanez è da considerarsi uno strumento professionale in grado di affrontare senza timore qualunque situazione. È dotata di accorgimenti molto utili (meccaniche, pickup, ponte) e di un livello di finitura piuttosto alto per la fascia di prezzo. Considerando che la custodia rigida è inclusa, non ci sembra le manchi nulla per meritarsi una seria e oculata prova da parte di chi sta cercando una chitarra per tutte le stagioni, che non costi troppo e che sia costruita in modo solido e accurato. I True Duo Blast poi, sono un’esperienza assolutamente da provare almeno una volta nella vita.
Alessandro Riccardi