Quanto ai legni, va detto che la qualità generale appare elevata, in particolare per la luminosa tavola in due pezzi a libro dalla fibra regolare e compatta. L’ebano della tastiera non appare compattissimo, ma è comunque di selezione adeguata alla classe della Standard D. La paletta ha una caratteristica sagoma stretta e sul retro porta la classica voluta diamond, spostata poco più in alto rispetto al solito. Gli abbellimenti sono sobri quanto classici ed eleganti: filetto herringboneintorno alla tavola con binding crema in ivoroid, segnatasti squares and diamonds in madreperla, stesso materiale usato per la firma del liutaio sulla paletta. Bello il battipenna tartarugato in celluloide. L’ossicino in… osso (come il capotasto) è modellato a compensare la corda si. Splendide al solito le meccaniche a ingranaggio scoperto Waverly, con palette butterbean nichelate a specchio. La lucida finitura poliuretanica su fondo ai poliesteri della cassa è ben applicata e ha spessore non di poco conto ma ragionevole; per il manico si è adottata invece una finitura satinata alla nitrocellulosa, con l’eccezione del fronte della paletta. Il manico ha 14 tasti fuori cassa sui 20 totali, ben posati e rifiniti anche se c’è lieve margine per un ulteriore miglioramento. La sezione del manico è corposa e tondeggiante, a V appena accennata sotto i primi tasti per poi tendere a una C; sembrano proporzioni ragionate e mediate, ma all’inizio l’abbiamo trovato un po’ ostico, complice la regolazione per un’action alta con cui ci è pervenuto lo strumento e la muta di corde .013-.056 (D’Addario EXP) giustamente montata di serie.
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