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Ibanez Darkstone DN500-BK

Axe n.149

darkstone

 

La Darkstone è una delle ultime nate in casa Ibanez ed è ricca di novità interessanti. La linea dello strumento è di disegno originale, con doppia spalla asimmetrica e parte finale della cassa che in qualche modo ricorda la Iceman: una specie di incrocio tra quest'ultima e una Strato… Nella coppia costituita da ponte e attaccacorde Tight-Tune ogni elemento è solidamente “anco-rato” al suo posto da apposite viti, per le sellette, e dadi con testa zigrinata per i piloncini, accortezza che permette di fissare una volta per tutte un set-up giudicato ottimale ed evitare accidentali spostamenti. Per il resto abbiamo corpo e manico in sapele (tipo di mogano africano) e tastiera in palissandro di ottima qualità. La giunta tra manico e cassa è di tipo set-in, mentre la scala dello strumento è di 24,75”. La finitura è totalmente nera. Cassa e paletta sono contornate da binding multipli. La tastiera ospita 22 tasti di medie dimensioni, ben posati e rifiniti sui bordi, e anche discretamente lucidati. Come segna-tasti abbiamo dei motivi rettangolari composti da simil-madreperla di colore bianco e grigio scuro. Le meccaniche sono tre per lato, sigillate e di buona qualità, cromate come tutto l'hardware. I pickup sono i nuovi PP1 (N per il manico, e B per il ponte) e hanno la particolarità di avere le espansioni polari cilindriche cave, a tubo; sono montati su cornici a finitura cromata costruite appositamente per mantenere i pickup sempre paralleli alle corde. L'elettronica prevede l'adozione di un controllo di tono e uno di volume. “Strappando” quello di tono, si splittano entrambi i pickup. Abbiamo poi un canonico selettore a tre posizioni e la presa jack posta sulla fascia. La Darkstone è equipaggiata di serie con corde D'Addario. Cominciamo a suonare la DN500 senza l'amplificatore, e rimaniamo folgorati dalla quantità di acuti che lo strumento è in grado di sprigionare. Ma il sapele non era un succedaneo del mogano? Viste le caratteristiche tecniche, ci saremmo aspettati un suono molto più flautato, mentre qui abbiamo uno scintillio onnipresente che rende tutto molto festoso e definito. Ottimo il responso dinamico e, addirittura, riusciamo a suonare anche un po' di funk. Poco alla volta cominciamo a notare anche l'ottima presenza dei bassi, mentre la gamma media sembra fungere da raccordo tra gli estremi con neanche troppa discrezione. Suonare note singole in zona 12° tasto ci fa notare il particolare sustain di cui è dotata la chitarra: la nota parte, resta un po' in vibrazione, poi si affievolisce e lascia dietro di sé una coda abbastanza lunga... Dobbiamo dire che c'è anche una discreta presenza di ring nel suono delle corde basse. Passiamo alla prova amplificata. Con un suono pulito e il pickup al manico abbiamo sonorità piuttosto belle, dotate di un attacco pronto, quasi compresso, ma ancora con un ottimo respiro e un’altrettanto ottima dinamica. Non possiamo suonare jazz, certo, ma possiamo arpeggiare con soddisfazione e le note degli accordi si sentono tutte ben separate. Ottimo il suono delle note singole che sembrano uscire fuori dalle nostre mani con rinnovata espressività. L'unità al ponte è più canterina e decisamente mediosa. Ha però un ottimo equilibrio e non risulta fastidiosa in nessun caso. Non abbiamo notato salti di volume nella selezione, ma ci pare di poter affermare che i due pickup sono effettivamente un po’ diversi. Con il selettore in posizione centrale abbiamo un ottimo suono “acustico” che beneficia dello sferragliamento dei bassi, ottimo per accompagnare, ma anche per un certo tipo di riff. Andiamo a splittare i pickup. Il suono si abbassa di volume ma non si stravolge nel timbro, che rimane da simil-humbucker, un po' più sottile e dinamico.

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