SEYMOUR DUNCAN TWIN TUBE MAYHEM E SHAPE SHIFTER TAP TREMOLO
Tratto da Axe 139, Gennaio 2009
Acquista l'arretrato!
È ormai da qualche anno che la produzione della Seymour Duncan si è spostata dai famosi pickup anche sul settore effetti, scegliendo una linea volta alla qualità e alla novità, fattori che in questi due esemplari in prova non mancano davvero.
Il Mayhem SFX-04 è un preamplificatore valvolare da pavimento che fa parte della serie Twin Tube; lo Shape Shifter Tap Tremolo SFX-07 è un tremolo dalle funzionalità tutt’altro che scontate.
Entrambi sono racchiusi in robustissime scocche metalliche che garantiscono anni di prolungato e tranquillo utilizzo. Il Mayhem ha l’alimentatore compreso nella confezione, mentre lo Shape Filter ha una batteria in dotazione.
Il peso, che, parlando di metallo, non è contenuto, aiuta, insieme al fondo ricoperto da una gomma anti-scivolo, i pedali a restare fermi durante le nostre performance.
Twin Tube Mayem
Il Mayhem è dotato di un canale più un boost regolabile.
Sul bellissimo pannello frontale con serigrafie artistiche bianche sono presenti cinque manopole nere denominate Volume, Bass, Mid, Treble e Gain, posizionate sfruttando con maestria lo spazio a disposizione e mantenendo distanze sufficienti a muovere le dita tra una e l’altra.
Attorno a ogni manopola una serigrafia circolare nera dà un’idea di riferimento, ma niente di preciso, visto che non ci sono numeri a dirci dove ci troviamo.
Sotto al controllo dei medi c’è uno switch a slitta che serve a scegliere la frequenza di intervento degli stessi e permette di scegliere tra High - 1,4 kHz e Low - 600 Hz.
Più in basso troviamo due footswitch a prova di anfibio: quello a sinistra è l’On/Bypass mentre l’altro ingaggia il Boost, che può essere regolato agendo su un altro switch a slitta tra +8 dB e +4 dB.
Sul pannello posteriore troviamo l’ingresso per la chitarra e l’uscita, oltre ovviamente alla presa d’alimentazione necessaria a collegare l’alimentatore in dotazione.
Il circuito del pedale utilizza due minuscole valvole 6205 [micropentodi, inizialmente studiati per l’uso in radiofrequenza, dal guadagno elevatissimo e a “specifiche militari”. NdVT], con un circuito ad alto voltaggio che permette di mantenere vive le caratteristiche timbriche che ci si aspettano dall’adozione di tubi “sottovuoto”.
Il circuito dello stadio d’ingresso è in classe A e, come ci informa il manuale in dotazione, non sono presenti diodi: tutta la distorsione è generata dalle valvole.
Viste le premesse, e visti i generi a cui fanno riferimento i settaggi consigliati (classic metal, thrash, death e doom...), ci pervade una certa curiosità.
Cominciamo subito con le manopole a metà corsa e il selettore dei medi settato su High, che è quello che in seguito scopriremo essere il settaggio consigliato per il classic metal! Molto bene, il suono è ricchissimo di armoniche e non si direbbe proprio che il controllo Gain è solo a metà corsa. La “liquidità” delle note è assicurata, così come l’innesco su alcune di loro a fine tastiera. L’attacco è morbido ma molto deciso e probabilmente questa è una delle migliori distorsioni metal anni ‘80 che abbiamo sentito negli ultimi tempi.
Smanettando con i controlli di tono la versatilità è assicurata, e intanto ci rendiamo conto che l’effetto dello switch High - Low aumenta man mano che ci allontaniamo dalla posizione centrale della manopola dei medi. I controlli di tono, dicevamo, sono molto efficaci e basta un piccolo aggiustamento per sentire cambiamenti sostanziali nel nostro suono.
Ciò che colpisce di più è la quasi totale assenza di compressione che questo pedale esprime. Sembra di avere a che fare con un suono pulito, tanta è la dinamica che riusciamo a ottenere a qualsiasi livello di Gain.
Per farsi un’idea, anche se la manopola deputata alle distorsioni è a metà corsa, abbiamo una quantità di guadagno pari a quella di un Marshall JCM 900 o giù di lì, e comunque... non esattamente “poco”. Già così, è infatti possibile eseguire legati con disinvoltura, mentre nelle frasi veloci in plettrata alternata è un piacere sentire l’attacco del plettro così musicale e pertinente.
Andando contro-corrente, abbiamo proseguito la prova abbassando ancora il Gain, e con nostra grande sorpresa il Mayhem si è rivelato un ottimo produttore di sonorità semi-distorte con molto carattere e dinamica.
Il responso all’utilizzo del controllo di volume sulla chitarra è ottimo e la possibilità di scegliere di quanti decibel intervenire con il Boost è un’idea niente male. C’è da dire che, per quanto possano apparire pochi 8 dB, in realtà abbiamo trovato più utilizzabile e meno traumatica l’opzione +4 dB.
Aumentando il Gain e sottraendo medie come a “dissanguare” il suono, si ottengono timbri di una certa eleganza che sinceramente non ci aspettavamo. Il pedale non sembra proprio adatto a tirare fuori suoni scooped realmente “assassini”. Non che siano brutti, anzi; hanno solo la caratteristica di essere fin troppo educati e precisi rispetto a quanto in genere si cerca operando il malefico taglio a V.
Diciamo che è un suono molto personale e articolato, che può piacere e non piacere, ma che parla sicuramente di ricerca di qualità e di innovazione.
Dobbiamo dire che proprio i suoni a V sono venuti meglio usando il Mayhem come pre e collegandolo nel return dell’amplificatore, situazione in cui invece il suono classic metal ha sofferto un po’.
Shape Shifter Tap Tremolo
Lo Shape Filter viene presentato come un tap-tremolo e presenta funzioni molto interessanti; ma andiamo con ordine.
Sul pannello frontale abbiamo quattro controlli con manopole a becco: Depth determina la profondità dell’effetto tremolo sul suono finale. A seguire, il controllo Shape permette di decidere la velocità che impiegherà un singolo ciclo di tremolo per alzare e abbassare il volume.
La voglia di sperimentazione sale, mentre il manuale consiglia di iniziare con il settaggio di Shape al centro corsa.
Wave si occupa di decidere la forma d’onda modulante. È un controllo di tipo continuo e passa gradualmente da sinusoide a dente di sega a onda quadra.
In ultimo abbiamo il controllo Rate: “Semplice” direte voi, controlla la velocità”. Già, controlla la velocità, ma in due modalità. Seppure il segnale compie un percorso totalmente analogico, la velocità gode di una gestione digitale che permette di scegliere la quantità di pulsazioni che si avranno per ogni colpo dato sul footswitch Tap Rate.
Non sembra proprio il pedale giusto per chi non abbia tempo da spendere in ricerca sonora.
La manopola Rate, tramite uno switch a slitta, può funzionare nel canonico modo Rate (quindi controlla semplicemente la velocità) oppure nell’interessante modo Ratio. Attorno alla manopola ci sono serigrafati i rapporti di 1:1, 2:1, 3:1, 4:1.
Bene, se abbiamo dato il tempo con il piede, e lo switch è su Ratio Mode, le pulsazioni che avremo saranno una, due, tre o quattro per ogni “pestata” dell’interruttore Tap Rate, a seconda del rapporto selezionato. Come suggerisce anche il manuale, non è molto facile da spiegare a parole, ma assicuriamo che è molto semplice da capire e utilizzare.
Completano il pannello il footswitch Bypass e due LED, uno rosso che s’illumina ciclicamente seguendo la velocità dell’effetto e uno giallo che si accende quando lo switch Rate è posizionato su Ratio Mode.
Prima di tutto abbiamo messo tutte le manopole a metà corsa, e subito abbiamo ascoltato uno dei tremoli più belli e “musicali” che ci siano in giro. Il suono è ottimo e la drammaticità che l’effetto dona a parti arpeggiate in suono pulito è quasi totale.
Poi abbiamo cominciato a sperimentare partendo dal controllo Shape. Pare che in qualche modo questo pedale sia un contenitore stracolmo di suoni drammatici e bizzari, stranissimi e inascoltati, soprattutto grazie a questo controllo.
Per dare un’idea, da un lato si possono approssimare suoni di chitarra reverse, dall’altro rievocare i suoni dei computer degli anni Ottanta, soprattutto dei videogame di vecchia scuola. Molto stimolante.
Diamo due pestoni sul Tap Rate e subito abbiamo le pulsazioni al tempo giusto.
Ora esageriamo e posizioniamo il Rate switch su Ratio Mode e regoliamo la manopola sul rapporto 3:1. Ebbene, in seguito ai due “pestoni” il pedale comincia a oscillare a terzine. Mostruoso!
Il pedale è molto ben utilizzabile anche con il suono distorto e, come il Mayhem, è true bypass.
Conclusioni
Molto belli e di gran qualità questi pedali Seymour Duncan, soprattutto perché entrambi rappresentano un suggerimento alla sperimentazione di nuovi suoni, stimolo di cui spesso noi chitarristi abbiamo bisogno per non finire insieme ai dinosauri a scegliere quale sarà il nostro prossimo plettro fossile.
Il prezzo di entrambi è piuttosto concorrenziale, per cui un giretto di prova è caldamente consigliato.
Alessandro Riccardi