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I RE DEL BLUES

Albert, B.B. e Freddy King


Tratto da Axe 86, Marzo 2004
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Riley B. King, Albert King e Freddy King: è facile accomunarli, pensando al blues, a causa della condivisione di un nome che, in realtà, non è affatto casuale.

Tutto, a questo proposito, nasce da Riley, l'unico il cui cognome sia davvero King e il primo ad avere successo con le sue incisioni, cosa che ha ispirato Freddy Christian e Albert Nelson a spingere la loro ammirazione al punto di assumere come artisti, l'uno senza sapere dell'altro, il cognome del loro eroe. A saldare insieme in un vero triumvirato del blues i tre chitarristi, contribuiscono, poi, le dichiarazioni e le evidenze stilistiche espresse dai loro giovani colleghi inglesi durante l'esplosione del british blues. Da Eric Clapton, Peter Green, Mick Taylor, Jeff Beck, Jimi Hendrix e poi Jimmy Page, Paul Kossof, fino a Stevie Ray Vaughan, giungendo a John Scofield o Robben Ford, un numero enorme di stilisti fa riferimento a questi tre bluesmen, i cui fraseggi sono confluiti negli stili di tali celebri successori formandone, di fatto, le basi.

All'epoca della Swingin' London, quando i Bluesbreakers costituivano il nocciolo di una vera scuola di blues che avrebbe gettato le fondamenta per il rock del decennio successivo, per un chitarrista non esistevano possibilità d'ingaggio se non aveva in repertorio brani dei tre King, vero banco di prova per potersi fregiare del titolo di chitarrista blues. The Stumble, Driving Sideways, Hideaway di Freddy King, Three O' Clock Blues, Rock Me Baby, Sweet Little Angel, How Blue Can You Get di B.B. King, Laundromat Blues, Born Under A Bad Sign, Oh Pretty Woman, Crosscut Saw di Albert King non sono brani che si possano ignorare e anche i chitarristi delle generazioni successive, che imparano dai vari Clapton, Jimmy Page o Stevie Ray, anche se non ascoltano gli originali, ne ripetono gli elementi essenziali attraverso le incisioni di quei rocker, nei solchi dei cui dischi riaffiorano di continuo rimescolati e reinterpretati. I tre King hanno, in realtà, stili molto diversi, accompagnati da contesti musicali, per quanto riguarda arrangiamenti e modo di cantare, che sebbene partano da una cultura comune, si differenziano sempre più, nel corso degli anni, ma messi insieme sembrano perfettamente complementari, fornendo un catalogo di elementi che risultano utilissimi nel formare uno stile personale completo, attingendo da Freddy per fraseggi di puro stampo fiatistico, che ha le sue radici nell'opera di T-Bone Walker, mentre da Albert si ha un influsso più soul nello spirito ma condito con arrangiamenti tipicamente rhythm & blues, cogliendo da Riley B.B. la fusione fra elementi che si riallacciano al blues del Delta con quelli più propriamente swing delle grandi orchestre.

Pur nella loro innegabile individualità, i tre artisti sono sempre molto attenti a seguire il lavoro dei colleghi, in una sorta di fraterna competizione a distanza, suggerendo quasi, almeno sul piano ideale, ciò che i chitarristi inglesi evidenziano nell'incorporare frammenti dei loro diversi stili, cioè il rappresentare tre facce di uno stesso concetto di blues, sospeso fra retaggi del Delta e suggestioni di Chicago con l'aggiunta di componenti regionali caratteristiche.

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