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immagine rappresentante un’intervista

GUIDA ALL’ACQUISTO DI UNA CHITARRA USATA


Tratto da Axe 138, Dicembre 2008
Acquista l'arretrato!



Si è tenuto tempo fa presso l’Accademia Del Suono di Milano il primo di una serie di incontri dedicati a un settore fondamentale per le orecchie... e le tasche di ciascuno di noi. Max Pontrelli, nei suoi consigli per gli acquisti ha passato in rassegna gli elementi principali di cui tener conto nell’acquisto di una chitarra usata, con particolare riguardo al mondo in continua evoluzione degli acquisti via Internet.

Il simpatico e competente relatore si occupa dal 1990 del settore chitarristico del negozio milanese Crismusic.

È importante evidenziare come l’intero incontro sia rivolto al mondo delle compravendite chitarristiche standard, e non al settore del vintage, che risponde a regole proprie.

Ai due fianchi del relatore si mettono in mostra altrettanti strumenti, che verranno sfruttati nel corso del seminario a mo’ d’esempio: una vecchia elettrica Yamaha in condizioni decisamente poco buone e una... mezza classica, letteralmente mezza!




Prima di passare all’analisi di ponti, manici e crepe, il nostro Virgilio a sei corde offre una doverosa introduzione circa le innovazioni e le problematiche generali legate al commercio via Web.

Primo punto: informarsi del reale valore di mercato dell’oggetto che si ha intenzione di acquistare.

Le vetrine online (come il notissimo mercatinomusicale.com o altri siti dagli intenti analoghi) non sempre sono affidabili nella definizione del valore oggettivo di chitarre o amplificatori. La motivazione è semplice: trattandosi spesso di privati che vendono i propri oggetti, il tentativo è normalmente quello di rimetterci il meno possibile rispetto a quanto si è speso nell’acquisto iniziale. Non è raro, quindi, che il prezzo a cui vengono proposti gli oggetti sia superiore al loro valore reale.

Un buon modo per farsi un’idea del valore dell’oggetto a cui si è interessati è consultare una delle guide (per lo più americane) legate al mondo del vintage, ma che contengono anche le quotazioni di strumenti non propriamente d’epoca, fra le quali non è raro trovare l’oggetto del proprio interesse. [Per esempio, su https://store.bluebookinc.com/Guitars/Default.aspx è possibile consultare online, previo abbonamento, la guida Blue Book].

Secondo punto: valutare attentamente il tipo di interventi necessari a riportare la chitarra, se non in condizioni ottimali, quantomeno in condizioni di completa affidabilità e buona suonabilità.

Terzo punto: informarsi presso il proprio liutaio di fiducia del costo che comporterebbero gli interventi richiesti.

Quarto e ultimo punto: sommare il costo dell’acquisto a quello del liutaio e decidere se ne vale la pena o è meglio mettere a riposo la famigerata G.A.S. [per i non iniziati, guitar acquisition syndrome; un gustoso articolo in Inglese sull’argomento, a cura di Walter Becker, è reperibile su www.steelydan.com/gas.html; ndr]




Una volta esposti gli argomenti monetari si passa a quelli legali.

Verificare la serietà del venditore è un mezzo fondamentale per evitare truffe o brutte sorprese una volta ricevuto il pacco tanto atteso. In quest’ottica un negozio noto e di riconosciuta serietà può essere la migliore garanzia auspicabile.

Se non si conosce la persona o il negozio da cui siamo intenzionati ad acquistare altra buona regola è fare, prima della transazione, due chiacchiere al telefono (meglio se fisso), in modo da verificare l’esistenza del negozio (soprattutto oltre oceano non sono rari i casi di vetrine on-line del tutto fasulle) ed essere certi di avere un recapito valido del venditore.

Altra questione... scottante è quella relativa agli strumenti rubati: è buona norma, prima di effettuare l’acquisto, richiedere il numero di matricola e verificare che la chitarra non sia frutto di un furto. A tale fine si può consultare il sito www.stolenguitarregistry.com (purtroppo ancora poco conosciuto in Italia). È possibile anche contattare il distributore italiano del marchio cui si è interessati, che può offrire informazioni utili circa la provenienza dello strumento (dall’estero o regolarmente importato in Italia) e riguardo al negozio in cui è stato venduto; nonché dire, talvolta, se la chitarra risulta essere rubata da eventuali database interni.




La parte introduttiva dell’incontro è terminata, ed è possibile passare all’approfondimento del punto due, ovvero degli elementi da tenere in considerazione per valutare lo stato di salute dello strumento e gli eventuali interventi liuteristici richiesti.

Per ciascuno dei punti che verranno d’ora in poi analizzati è buona norma verificare attentamente lo stato dello strumento di persona, qualora ciò sia possibile, o richiedere fotografie dettagliate e mirate in caso l’acquisto avvenga online.

Altra buona abitudine, in particolare in caso di acquisti a distanza, è richiedere al venditore una dichiarazione scritta dello stato di buona salute in cui si trova lo strumento al momento della vendita. Non sarà un atto notarile ma meglio di niente...

Andiamo con ordine, dalla... paletta ai piedi dello strumento.


Le meccaniche

Bisogna innanzitutto verificare il corretto funzionamento delle meccaniche, oltre alla presenza di tutti i coperchi degli ingranaggi, se previsti. Possono sembrare elementi di poco conto, ma non bisogna dimenticare che i coperchi non vengono venduti come parti di ricambio autonome (se si desidera il coperchio bisogna portarsi a casa anche la meccanica completa) e che solo raramente i negozi vendono meccaniche sciolte: di norma viene venduto l’intero set. Insomma, per un singolo coperchietto mancante potremmo trovarci costretti ad acquistare un intero set di meccaniche!

La paletta

Scendendo un po’ ci troviamo al cospetto di uno dei punti critici a livello strutturale: l’area in cui la paletta si unisce al manico.

Possiamo avere due tipologie di giunzione: nel primo caso paletta e manico sono ricavati dal modellamento di un unico pezzo di legno; nel secondo (e più diffuso) caso la paletta è in sede costruttiva inizialmente divisa dal manico e solo in un secondo momento viene ad esso assemblata.

Alla prima scelta si possono ricondurre in generale le chitarre Gibson e numerosi strumenti di liuteria; il secondo caso è invece quello più comunemente utilizzato nella produzione di tipo industriale.

Entrambi presentano vantaggi e svantaggi: la lavorazione a pezzo unico permette una trasmissione migliore delle vibrazioni nel legno, e quindi un maggior sustain, ma allo stesso tempo è notevolmente più fragile della soluzione concorrente; viceversa la scelta di utilizzare due pezzi assemblati offre una solidità nettamente maggiore ma perde qualcosa in termini di trasmissione delle vibrazioni sonore nel legno.

Altro elemento da tenere in considerazione è che più la paletta è inclinata rispetto al manico, più la famigerata giuntura risulta delicata. Insomma, ognuno scelga quel che preferisce, ma non dimentichi di verificare che non ci siano state rotture e successivi aggiustamenti da parte del liutaio. In caso la chitarra presenti tale difetto non necessariamente dovremo rinunciare all’acquisto (se il lavoro di riparazione è stato eseguito a regola d’arte non ci sono particolari problemi), ma ci spetterà senza dubbio un congruo sconto rispetto al valore di strumenti analoghi ma non ritoccati.

Purtroppo va qui annotato come su manici verniciati (come avviene di norma nelle Gibson), se l’eventuale riparazione è recente e ben fatta, non c’è modo di rendersi conto della sua presenza; un margine di fiducia nei confronti del venditore è quindi necessario. Ma ecco che Max estrae dal cilindro un consiglio da vecchia volpe: se il retro della paletta non è esattamente dello stesso colore del manico, ma sfuma gradualmente sino a raggiungerlo (il colore) lungo il manico stesso, meglio fare attenzione, con tutta probabilità c’è stata una frattura e una successiva riparazione.


Manico e tastiera

Passando all’altro lato si apre il lungo discorso sullo stato di salute del manico e della tastiera.

Fondamentale quanto spesso dimenticata è la verifica del corretto funzionamento del truss rod [operazione in effetti un po’ specialistica e che richiede almeno un giravite per l’eventuale coperchio della sede del punto di regolazione del truss rod e di una chiave a brugola della giusta misura per i diversi tipi di truss rod; si tratta di verificare innanzi tutto che il truss rod non sia completamente avvitato in un senso o nell’altro, cosa che, a manico ben regolato, farebbe pensare all’impossibilità di ulteriori regolazioni nello stesso senso; quindi bisogna provare a stringere o allentare di poco, un quarto di giro è sufficiente e controllare che il manico reagisca come previsto; inutile dire che la verifica del truss rod su strumenti come le Fender con punto di regolazione alla base del manico non a vista è praticamente non richiedibile al venditore: si dovrebbero allentare del tutto le corde e smontare il manico... Ndr].

Per quanto riguarda i tasti, le problematiche possono essere molteplici e di soluzione più o meno rapida ed economica.

In caso i tasti sporgano lateralmente oltre il manico, niente paura! Probabilmente a causa di variazioni termiche il legno del manico si è ristretto leggermente. Un buon liutaio sarà in grado di risolvere il problema (rifilando i tasti) in breve tempo e con una spesa modesta.

Più complesso è invece il caso di eventuali tasti sollevati: questi vanno fatti fissare nuovamente, e a seconda della situazione della singola tastiera possono sorgere ulteriori problematiche, di soluzione senza dubbio possibile, ma non sempre a buon mercato. Se si acquista on-line sarà quindi prudente richiedere fotografie laterali della tastiera (da ambo i lati).

In caso di tasti segnati, bisogna cercare di capire se è possibile riportare lo strumento in condizioni ottimali tramite una semplice ricoronatura (il tasto viene abbassato in modo uniforme, in modo da risultare alla fine dell’operazione omogeneo, senza scavature evidenti) o se l’entità dei danni obbliga a una sostituzione dei tasti.

Max osserva come un ritastaggio parziale non costi poi molto meno rispetto a uno completo, che offre senza dubbio una soluzione di maggiore qualità. Uomo avvisato...

Per verificare a distanza lo stato di salute dei tasti la cosa migliore da farsi è richiedere una fotografia della tastiera senza le corde montate o con le stesse allentate e spostate lateralmente, in modo da offrire una piena visibilità della superficie dei tasti.


Il capotasto

Se suonando le corde a vuoto, nonostante una regolazione corretta del manico, queste tendono a sbattere contro il primo tasto, con tutta probabilità il capotasto presenta delle sedi (i piccoli scavi in cui si adagiano le corde) troppo profonde e va sostituito. [Se la cosa non è molto grave, una soluzione spesso adottata da alcuni liutai per non rifare il capotasto è quella di “riempire” gli scavi con un impasto di polvere di capotasto o ossicino, preventivamente messa da parte, e colla, modellando fino al raggiungimento dell’altezza necessaria. Ndr].

Eventuali crepe sulla tastiera possono essere chiuse senza difficoltà, ma l’operazione non è particolarmente economica, soprattutto nel caso in cui la crepa attraversi la sede di un tasto.

I segnatasti

Ultimo elemento da tenere in considerazione per quanto riguarda l’area del manico è quello dei segnatasti. In caso di scollature o in generale di necessità di sostituzione, si tenga conto che i dot (i classici pallini) si sostituiscono facilmente e senza grosse spese; mentre i segnatasti trapezoidali stile Gibson o quelli ancora più elaborati possono comportare nella sistemazione spese non indifferenti.


Le giunte

Nella nostra discesa a valle siamo giunti ad un altro punto critico: la congiunzione tra manico e corpo.

Attenzione in particolare ai manici bolt-on, ovvero avvitati al body: se si notano piccole crepe sul corpo che partono dalla zona della giunzione, con tutta probabilità lo strumento è caduto, e c’è il rischio che uno o più fori di passaggio delle viti siano stati ovalizzati nell’urto. Per sincerarsi delle condizioni dei fori sarà necessario armarsi di un cacciavite e verificare che nessuna delle viti giri a vuoto. Nel malaugurato caso in cui i fori si siano ovalizzati, il manico stesso può essere andato fuori asse, richiedendo quindi l’intervento del liutaio.

Per verificare ciò basta controllare lo spazio tra il bordo inferiore del manico e il mi cantino e tra il bordo superiore e il mi grave: di norma le due distanze sono uguali (o quella tra bordo e mi grave è leggermente più ampia); se la differenza è molto pronunciata o la distanza tra corda e bordo varia in diversi punti del manico, questo necessita senza dubbio di un intervento.

Ammaccature e graffi

Le ammaccature varie sparse per il corpo possono essere senza dubbio aggiustate, ma il costo non è di norma basso (più per la manodopera che per altro), e anche i migliori ritocchi sono destinati nel tempo a risultare visibili. Si aggiunga che gli interventi richiederanno spese più accentuate in caso di vernici poliuretaniche o ai poliesteri rispetto alle finiture alla nitro, e che se l’ammaccatura si trova in corrispondenza del binding (la linea di bordura che in alcuni casi percorrere il profilo del body), il lavoro di riparazione comporterà spese superiori rispetto all’intervento in altre aree del corpo, in virtù del maggior lavoro richiesto.


Ponte e sellette

I legni a questo punto sono stati visitati scrupolosamente, perché quindi non passare ad osservare il ponte? Da quanto si è precedentemente detto, chi legge avrà già intuito che viti e fori sono aree sensibili da controllare; aggiungeremo ora solo il consiglio di verificare, in caso di ponte flottante su due pivot, che entrambi i piloncini siano perfettamente perpendicolari al corpo e che non siano segnati o rovinati nel punto di contatto con la piastra del ponte. Sempre in caso di Floyd Rose o simili, non dimentichiamo di controllare l’integrità di sellette e cubetti metallici (che non devono essere crepati).

Elettonica

Siamo in dirittura d’arrivo, almeno per quanto riguarda le chitarre elettriche; mancano solo gli ultimi consigli sulle componenti elettroniche.

Un cablaggio degno di questo nome non ha costi elevati; farlo eseguire su chitarre di fascia economica (in cui il cablaggio originale è talvolta... imbarazzante) può significare ottenere una affidabilità notevole in cambio di pochi euro.

In caso di pickup danneggiati, che necessitano di essere riavvolti, si valutino le spese cui si va incontro, se non si parla di vintage spesso conviene acquistare un magnete nuovo.

Un discorso particolare va fatto per gli humbucking scoperti: lateralmente questi sono avvolti in un nastro cui è facile accedere; se tale avvolgimento presenta difetti evidenti con tutta probabilità sono avvenuti danni anche a carico del pickup (frequente è ad esempio il caso in cui durante la regolazione dell’altezza del magnete si urta accidentalmente con il cacciavite la stoffa dell’avvolgimento laterale). In tali casi si metta in conto la possibile necessità di cambiare il pickup.

Sui single coil con saldatura del cavo a vista, si osservi attentamente l’area della saldatura: non devono essere presenti segni di interventi maldestri (deformazione della mascherina in plastica in primis). Ciò per essere consci di eventuali saldature effettuate da persone non esperte.

Selettore, potenziometri e presa jack, se hanno problemi, si possono fare sostituire senza grosse spese.

Infine, non si sottovalutino, in caso di circuiti attivi, le problematiche legate al preamplificatore: c’è il rischio di trovarsi nei guai sia per la reperibilità del pezzo di ricambio che per il suo costo!


Le chitarre acustiche

Per quanto riguarda gli strumenti acustici, oltre ai consigli visti per le elettriche e applicabili a classiche e acustiche, sarà opportuno innanzitutto verificare l’eventuale presenza di deformazioni della cassa. Nello specifico, la costante trazione delle corde applica una notevole forza al ponticello verso l’alto; se il ponticello non si scolla, nel tempo si potrà avere la tendenza ad un rigonfiamento della tavola nell’area dietro al ponticello e un avvallamento tra questo e la buca. In tal caso una valutazione degli interventi possibili e/o necessari presso il liutaio è d’obbligo.

Per riconoscere la natura di eventuali crepe sulla tavola, è sufficiente osservarne lo sviluppo: se la crepa è nel legno, questa seguirà la direzione delle venature; nel caso in cui invece la crepa sia solamente a livello della vernice, ciò non accade, anzi, la direzione che prende la crepa espandendosi appare del tutto casuale. Ovviamente il tipo preoccupante è il primo, non il secondo (se non da un punto di vista prettamente estetico).

Da non dimenticare è poi il controllo dell’inclinazione del manico rispetto alla cassa: se il truss-rod è correttamente regolato e il traversino del ponte è basso (sporge dal ponte per meno di un millimetro), ma ciò nonostante l’action risulta troppo elevata, ciò significa che il manico è troppo inclinato. Le cause possono essere due: un assemblaggio approssimativo (naturalmente più frequente su strumenti di fascia economica) o una deformazione subita nel corso del tempo. Nel secondo caso, il manico, piegandosi, va ad applicare una forte pressione alla tavola, causandone talvolta la deformazione (e quindi uno sfondamento tra buca e manico). Attenzione in questo caso, in quanto spesso il problema non è proprio risolvibile!

Un ultimo consiglio relativo alle acustiche d’annata: è possibile che, nel tempo, il pallino posto a uno dei capi delle corde consumi la piastra di rinforzo posizionata sotto il ponte. In tal caso c’è il rischio che, accorciandosi la distanza tra pallino e ponte, su questo poggi la parte di corda avvolta su se stessa. Il risultato sonoro non è di certo piacevole. Un rimedio provvisorio può essere l’inserimento di un altro pallino (la cui relativa corda verrà ovviamente rimossa) sopra quello incriminato, a mo’ di collanina.

Inutile osservare come ciò non sia che un palliativo momentaneo (col passare del tempo il secondo pallino consumerà ulteriormente la piastra di rinforzo). Meglio quindi rivolgersi ad un liutaio per risolvere realmente il problema.




Per chiudere in bellezza il prezioso incontro, Max offre gli ultimi consigli circa le spedizioni.

In generale è meglio ritirare le chitarre acustiche in negozio, in quanto particolarmente sensibili alle sollecitazioni del trasporto. Per proteggere gli strumenti dagli urti accidentali, un letto di fogli di giornale accartocciati è, nella sua semplicità, una soluzione ottima, migliore anche del pluriball (i fogli in plastica e ricchi di piccole bolle che tutti ci divertiamo tanto a scoppiare fra le dita...).

Infine, smontare il bottone reggi cinghia posto alla base dello strumento può in alcuni casi essergli... salvifico durante il trasporto!

Siamo giunti alla conclusione dell’interessantissimo quanto utile viaggio alla scoperta dell’acquisto consapevole e ragionato. Il tempo è letteralmente volato, Max ringrazia i presenti e si congeda, in modo da liberare la stanza per la clinic di Andy Timmons che si svolgerà di lì a pochi minuti, ma questa è un’altra storia...

Pierluigi Bontempi

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