Le definizioni più comuni sono: Flame Top, Tiger Stripe, Curly, Fiddleback, Pin Stripe, Ribbon Curl, Blister e Bird’s Eye. Da notare che la curvatura della tavola può mettere più o meno in risalto le figure, in un modo imprevedibile prima di eseguire l’operazione, altro aspetto che aumenta l’individualità degli strumenti. Una descrizione anche sommaria delle varianti possibili richiederebbe più spazio di quanto ce ne sia concesso. Sulle Les Paul Model con finitura dorata il fondo e il manico sono tinti con una vernice semi-trasparente tendente al noce; con il passaggio alla finitura sunburst si applica una particolare formulazione di cherry red che, penetrando nei pori, accentua le venature del legno. La gradazione di nero usata per le Custom risulta più profonda di quella usata dal ’69 in poi. Con queste premesse il collezionismo è conseguenza inevitabile e gli esemplari più ricercati sono senza dubbio quelli sunburst con le figure più vistose (ma non mancano i fan delle Gold Top), che sono relativamente rari; ma va ricordato che la bellezza della tavola, di per sé, non ha effetto sul timbro e spesso chitarre dall’aspetto più dimesso sono vere “tigri” dal punto di vista delle qualità sonore. Nel 1968 la Les Paul Standard viene reintrodotta con finitura dorata e pickup P 90; sembra che questi corpi siano rimanenze degli anni Cinquanta. La Custom ha il top in acero e due humbucker. Nel ’69 il modello Standard è sostituito dal Deluxe, dal corpo laminato (mogano/acero/mogano, in uso fino al '74) e tavola di acero scolpita meno profonda delle originali; le Custom del periodo hanno la stessa struttura. La Standard introdotta nel ’74 ha tavola di acero in tre pezzi non figurati. La Custom di regolare produzione, da allora, è essenzialmente una Standard con tastiera in ebano e parti dorate. Il profilo originale Dish Top, reintrodotto con le ’59 Reissue degli anni Ottanta, è più preciso sulle riedizioni Historic e, negli ultimi anni, applicato anche sulle Les Paul di produzione normale. Attualmente la Historic Collection offre tavole selezionate esteticamente e spesso più figurate e con disegno più regolare di quelle d’epoca. Una versione con top in acero non figurato, denominata ’58 Plain Top Reissue, è offerta a un prezzo molto più basso (ma attualmente non risulta importata in Italia). La Standard attuale, a parte un minore rigore nella selezione dei legni (specialmente riguardo il peso), ha vernice alla nitrocellulosa con additivi che accelerano l’asciugatura e limitano i rischi di screpolature nel tempo, ma rendono l’aspetto un po’ “caramelloso” e la rendono un po’ gommosa al tatto.
CHE MANICO!
I manici, inclusa la sezione centrale della paletta, sono ottenuti con tavole di mogano dell’Honduras quarter sawn, per la massima resistenza alla trazione e una maggiore rigidità, facendo coincidere la parte più forte, con le venature più parallele, all’altezza del capotasto. Il manico delle prime Les Paul è piuttosto massiccio, con profilo a C e 22 tasti sottili; il tacco si estende all’interno del corpo oltre la metà della cavità del pickup al manico (long tenon, v.foto). Alla fine del ’53 l’angolazione del manico con il corpo, troppo ridotta inizialmente, è finalmente corretta (la maggior parte delle Les Paul fino al ’60 ha un angolo di circa 4 o 5 gradi, con prevalenza del primo caso). L’angolo della paletta rispetto al manico è di circa 17°. Sulla Custom i tasti sono molto bassi sulla tastiera, tanto da valergli il nomignolo di Fretless Wonder, “meraviglia senza tasti”. Dal 1959 al 1961 il profilo dei manici diviene gradualmente sempre più sottile. La larghezza al capotasto è sempre di mm 43, mentre la scala dello strumento è di 24 ¾” per tutti i modelli (secondo Les Paul, in seguito a una sua precisa richiesta). Da circa metà del 1959, sul modello sunburst, i tasti sottili sono sostituiti con altri di spessore medio. Le meccaniche Kluson Deluxe usate fino al 1960 hanno palette a forma di tulipano con un anello alla base (single ring); dal ’60 ne hanno due (double ring). Sulla Custom si usano meccaniche Kluson Sealfast, e poi Grover Roto-Matic dal ‘59. La Junior e la TV del ‘61, già con la sagoma delle SG, presentano una differenza strutturale rispetto agli altri modelli, che secondo molti ne migliora stabilità e capacità di sostegno: il manico si estende all'interno del corpo fino a circa metà della sua lunghezza, ottenendo una maggiore solidità, una migliore trasmissione delle vibrazioni e una voce più ricca. Le Les Paul reintrodotte negli anni '70 hanno manici con angolazione della paletta - più larga di quelle d’epoca - di circa 14°; dal ’69 è apparsa una voluta sul retro che ha lo scopo di rinforzarla, poco apprezzata esteticamente e abbandonata nel 1979; l’estensione del manico all’interno del corpo arriva appena a sfiorare la cavità del pickup (short tenon).